Zlatan Ibrahimovic è stato intervistato nel Gab and Juls podcast di ESPN e ha parlato, tra le altre cose del suo ritiro. Queste le sue parole:
Su cosa farà dopo il ritiro: “Sono vicino alla linea della porta, non l’ho ancora superata ma sono molto vicino. Ho un po’ di ansia, perché quando finisce la mia carriera, cosa farò? Qual è il prossimo capitolo? So che ci sono molte possibilità, che posso fare tante cose e avrò tante offerte, ma l’adrenalina che provo quando entro in campo non la sentirò mai in nient’altro. Sto cercando di posticipare il momento in cui sorpasserò quella linea di porta, ma devo essere sano e sentirmi bene quando gioco. Non ha senso giocare quando soffri troppo, è meglio dire a se stessi ‘Hai fatto abbastanza, va bene così'”
Se è sorpreso che la sua carriera sia durata tanto: “Nel corso di una carriera ci sono momenti diversi, a volte ho pensato di smettere e dicevo ‘Smetterò quando sarò al top’. Ma poi ho avuto quel brutto infortunio che mi ha fatto capire come fosse la vita senza calcio e ho deciso di continuare. Da lì in poi non ho mai smesso perché non voglio avere rimpianti e pensare ‘Avrei potuto giocare ancora’. Voglio spremermi finchè posso, poi smetterò. Sul campo mi sento ancora in grado di fare cose che facevo prima; quando pensi di poter fare una cosa e la fai puoi continuare, se hai un ego troppo grande qualcuno che ti vuole bene deve farti smettere; a me nessuno ha ancora detto nulla, quindi o hanno paura o sanno che sono il migliore”.
Sugli obiettivi di squadra: “La squadra sta lavorando duramente, stiamo facendo grandi sacrifici per arrivare ai nostri obiettivi. La squadra è ancora giovane, ma sta crescendo e facendo sempre più esperienza. Siamo in vetta alla classifica, dobbiamo restare concentrati su quello che dobbiamo fare e fare del nostro meglio. Nel calcio da una settimana all’altra possono cambiare tante cose. Infortuni? Ovviamente sono frustrato perché vorrei essere sul campo in ogni partita. Io amo giocare le partite, l’adrenalina che ho quando vado in campo è incredibile. Se non posso giocare, cerco di aiutare la squadra in un altro modo, dando supporto ai miei compagni. La cosa più importante è la squadra. Io soffro quando non sono in campo, vorrei fare sempre di più“.