Qualcosa è scattato nel post lockdown rossonero. Un qualcosa che va oltre il Milan da scudetto o l’inaspettata conferma di Stefano Pioli, eppure quest’ultimo punto è stato il primo step di una restaurazione che sta pian piano coinvolgendo anche gli uffici a Londra dei Singer. È successo tutto in pochissimo tempo. Un lampo, frutto di una serie di risultati positivi che ha convinto anche Ivan Gazidis che la strada da percorrere era quella giusta, senza dover ricorrere al super manager di Backnang e le sue teorie. Ma da quel Sassuolo-Milan, l’ennesimo successo contro una delle squadre italiane più in forma, qualcosa è iniziato a cambiare anche nelle menti di Gazidis e di tutto il fondo americano. Ora i due comandamenti non sono più giovinezza e risparmio, bensì esperienza ed investimenti. Mirati, sì, ma anche a trattenere le proprie stelle.
Dietrofront filosofico?
E se Donnarumma e Romagnoli erano le due eccezioni, Zlatan Ibrahimovic è stato il terzo indizio, che fa una prova. Spieghiamoci meglio, facendo un passo indietro. È Marzo, Boban è stato licenziato ed inizia a rimbombare il nome di Rangnick. Allo stesso tempo, la proprietà ragiona sulle basi della prossima stagione. Linea verde, investimenti mirati ed una salary cap fissato a due milioni e mezzo. Da qui si iniziò presto a tirare le somme: tralasciando la stella più brillante della rosa, Donnarumma, e il capitano, Romagnoli, i restanti giocatori e futuri innesti dovevano rientrare in quei parametri prima citati. Tradotto: chi per età e chi per ingaggio, gente come Ibrahimovic, Kjaer e probabilmente Rebic non avrebbero trovato spazio. Una rivoluzione che sarebbe poi proseguita nel reparto dirigenziale e non solo, con Maldini e Pioli pronti a fare le valigie. Ora, a distanza di cinque mesi, la situazione si è capovolta come un calzino. I principali indiziati a partire sono i punti fermi del club, ora più che mai deciso ad investire su di loro.
Ibra, Gigio, Romagnoli. Quanti maxi stipendi
E se per Donnarumma e Romagnoli, oltre al procuratore, la somma elevata dello stipendio può essere giustificata dal cosiddetto ‘investimento per il futuro’, lo stesso non si può dire per Zlatan Ibrahimovic. Il faro svedese è la prova di come Elliott abbia ridimensionato la propria visione, tanto da spingersi ad offrirgli il titolo del più pagato nella rosa rossonera, con 7 milioni netti d’ingaggio. Questo alcuni mesi fa sarebbe stato difficile anche solo da immaginare. L’accordo di base c’è, manca solo mettere nero su bianco, cosa che arriverà nel weekend. Poi sarà tempo di pensare al portierone e al capitano, altri due gioielli della scuderia Raiola. Per entrambi è previsto un ritocco dell’ingaggio, si parla di 7 milioni netti per Gigio e 5 milioni per Romagnoli. In totale, un assegno da quasi 20 bigliettoni. Alla faccia dei due milioni e mezzo di tetto salariale. Segno che il post lockdown, oltre al campo, ha rivoluzionato anche le idee societarie.