Se il Milan dovrà giocoforza accrescere il valore del suo brand nel mondo per preparare un passaggio di proprietà, la permanenza di Zlatan Ibrahimovic potrà rivelarsi un’arma efficace nell’immediato. Gli aspetti legati al marketing possono assolutamente giocare un ruolo determinante nella scelta del rinnovo per un altro anno con l’attaccante svedese che finora – di fatto – ha giocato due mesi prima dello stop per l’emergenza coronavirus.

Tim. Nel frattempo che si decida sulla ripartenza della stagione e, successivamente, sul destino del legame tra il club e Ibra, occorre tenere d’occhio qualche strategia di Elliott. Nei giorni scorsi, infatti, il fondo di Paul Singer si è di fatto disimpegnato da Tim, a due anni di distanza dal suo ingresso. La quota, già ridotta dal 9,7% al 7% lo scorso 18 marzo è stata praticamente azzerata, allo 0,265% del capitale. Singer avrà un peso pressoché nullo nell’assemblea dei soci della compagnia telefonica, dove fino a poco tempo fa era il terzo socio dietro a Vivendi e Cassa Depositi e Prestiti.

Strategia. Si può dire che per il fondo americano, abituato ad ottenere rendimenti a dir poco stellari nei suoi investimenti, quest’avventura italiana non è stata felice. Le minusvalenze potrebbero aggirarsi nell’ordine di alcune centinaia di milioni di euro. Ci sarà un intreccio con il controllo del Milan? Al momento, le cose vanno assolutamente slegate, ma la questione Tim è la spia di come il fondo agisce: dopo 24 mesi senza profitti si procede con il disimpegno. Non è detto che anche nell’ambito calcistico si proceda in modo analogo, visto che finora Singer è lontano anni luce dal recupero della liquidità iniettata nel Milan.