La Lega Serie A, attraverso il proprio sito ufficiale, si concentra sugli ultimi 5 scudetti vinti dal Milan. Dal 1995 ad oggi ci sono tante similitudini tra questo gruppo allenato da Massimiliano Allegri e i precedenti protagonisti tricolore.
“1995/96: l’ultimo assolo in rossonero di Fabio Capello
La stagione del 15° scudetto per il Milan, rinnovato rispetto ai successi dell’epoca Sacchi e dei primi anni di Capello. Don Fabio in attacco può contare su Roberto Baggio e George Weah, mentre in difesa è l’ultimo valzer per un leggendario quartetto composto da Panucci, Costacurta, Baresi e Maldini. La partenza in campionato è da lepre, lasciando poco o nulla ai diretti avversari. Testa della classifica dopo appena 4 giornate, Juventus (campione d’Italia in carica) sconfitta alla 6ª e fuga incontrastata nel girone d’andata. La seconda parte è più complicata: il tonfo nel derby contro l’Inter sembra riaprire i giochi, ma la Juventus – impegnata nella scalata verso la conquista della Champions – perde energie preziose, e i rossoneri vanno a prendersi il titolo con due giornate d’anticipo. Miglior difesa (solo 24 i gol subiti), reti segnate ben distribuite tra la batteria di attaccanti a disposizione (con il solo Weah in doppia cifra a quota 11). Un Milan dominante, l’ultima eredità di quella squadra generazionale che segnò il calcio europeo a cavallo degli anni 80-90.
1998/99: l’impresa di Zaccheroni
Dopo quello scudetto del 95/96, il Milan attraversò due anni particolarmente cupi, caratterizzati da un 11° e un 10° posto. Alberto Zaccheroni si presenta in panchina nell’estate del 1998 con l’entusiasmo dell’esordiente alla guida di una big. L’esperienza maturata all’Udinese gli ha permesso di perfezionare la sua idea di calcio offensivo, tanto lavoro sulle fasce con i cross verso il terminale offensivo, ruolo che porta un nome e un cognome: Oliver Bierhoff. Il tedesco ha incantato in terra friulana e al Milan punta al salto di qualità. L’obiettivo, ai blocchi di partenza, è quello di riportare la squadra nell’Europa che conta (un po’ quello che sta accadendo quest’anno); tolto qualche passo falso (tra cui una sconfitta pesante 4-0 in casa del Parma), il girone d’andata pone il Milan nel lotto di quelle accreditate per giocarsi il 4° posto. Dopo il giro di boa, la Lazio di Sven-Göran Eriksson prende il largo, la Fiorentina di Batistuta perde il passo e il Milan battendo proprio il Parma al ritorno si mette a caccia dei biancocelesti. Il testa a testa è emozionante: alla penultima la Lazio pareggia a Firenze e il Milan, vincendo in casa contro l’Empoli, compie il sorpasso. A Perugia le reti di Guglielminpietro e Bierhoff (19 gol totali in campionato) colorano lo stadio Renato Curi di rossonero per uno degli scudetti più inaspettati dell’epoca moderna. Il capolavoro di Zac, impresa unica e forse irripetibile.
2003/04: l’avvento di Kakà e il Milan ancelottiano
È una squadra composta da campioni quella plasmata per competere verso il titolo di quell’anno. I rossoneri, reduci dalla vittoria in Champions nella notte di Manchester ai danni della Juventus, devono rispondere del proprio valore anche in campo nazionale, dove lo scudetto manca da alcune stagioni. Tante conferme e Kaká: la ciliegina sulla torta, o forse la torta stessa. Il brasiliano, in versione prime, dà subito l’impressione di poter conquistare il Milan, a discapito di stelle come Rivaldo e Rui Costa. L’antagonista di quella corsa è la Roma di Totti e Cassano e del grande ex Fabio Capello; i giallorossi guidano la classifica nella prima fase resistendo spalla a spalla contro il Milan fino ad inizio 2004. Il 6 gennaio allo stadio Olimpico lo scontro diretto: Shevchenko fa doppietta e i rossoneri mettono la freccia. Ancelotti si prende due derby su due (il secondo vinto in rimonta da 0-2), trionfa a Torino 1-3 contro la Juventus e liquida la Roma nel ritorno in un Giuseppe Meazza pieno fino all’orlo. Il 2 Maggio 2004, proprio contro i giallorossi, Shevchenko (capocannoniere con 24 reti) firma lo scudetto, i rossoneri vincono meritatamente esprimendo un gioco moderno per l’epoca e improntato al dominio asfissiante in qualsiasi contesto di gara. Stagione chiusa con sole 2 sconfitte in campionato e 82 punti conquistati (record per la Serie A a 18 squadre con 3 punti a vittoria).
2010/11: Allegri fa centro subito
A Milanello sbarca Zlatan Ibrahimović per spezzare l’egemonia dell’Inter. Al timone c’è un volto nuovo, si chiama Massimiliano Allegri e ha appena concluso il suo fruttuoso percorso alla guida del Cagliari. La vecchia guardia (Nesta, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Ambrosini, Zambrotta) dona solidità e l’aggressività del neoacquisto Kevin-Prince Boateng è il pepe necessario al salto di qualità. In rosa ci sono anche i vari Pato, Robinho e Cassano: un Milan che può competere su tutta la linea. La corsa solitaria prende forma all’11ª giornata con la vittoria sul Palermo, complice l’avvio deficitario dell’Inter. Mister Allegri, affidandosi al suo 4-3-1-2, viaggia a vele spiegate, ma nel girone di ritorno i nerazzurri si avvicinano e il derby del 2 aprile recita Milan 62 punti, Inter 60. I rossoneri non tremano: doppio Pato e rigore di Cassano, 3-0 finale nonostante la squalifica di Ibrahimović. Lo 0-0 in casa della Roma con due turni d’anticipo basta per il 18° scudetto. I numeri rispettano la figura di Max Allegri, campione al primo tentativo con la miglior difesa del campionato (solo 24 gol incassati), la star è Thiago Silva, protagonista di una difesa super affidabile con l’eterno Alessandro Nesta.
2021/22: Pioli is on fire
Il motivetto prima del match, un allenatore in grado di far tornare il sereno a Milanello. Stefano Pioli ha seminato con cura prima di raccogliere tutto quanto, aspettando che la terra germogliasse e cogliendo le distrazioni delle altre. Il percorso inizia con la novità Maignan in porta, il dopo Gigio Donnarumma. Arrivano profili interessanti come Tomori e Messias, la squadra è giovane e pronta a stupire. Bennacer, Kessié e Tonali si dividono la mediana, Theo Hernández e Leão scavano i solchi sulla corsia mancina e Giroud (in rossonero per rilanciarsi) diventa il volto copertina della cavalcata. Il Milan parte a marce altissime: 10 vittorie e 2 pareggi nelle prime 12 giornate, salvo poi perdere la vetta prima di Natale per mano di un’Inter super accreditata al back-to-back dopo la vittoria della stagione precedente. La svolta nel derby di ritorno a Febbraio: doppietta di Giroud per far partire la rimonta. I cugini crollano nel recupero contro il Bologna, il Milan non sbaglia più: filotto di vittorie nella parte conclusiva, primo posto congelato e trionfo alla 38ª in un Mapei Stadium gremito di tifosi milanisti. Scudetto per il quale molti richiamano la vittoria di Zaccheroni nel 1998/99, altri ci vedono mancanze degli avversari. Ad ogni modo, il Milan ha sempre dimostrato di poter lottare. Senza fare sconti, cogliendo le occasioni“.
Fonte: legaseriea.it


