Ecco, tutti a salire sul carro di Samuel Chukwueze. Anzi, no. Perché le reazioni social al primo gol del nigeriano in Serie A sono quelle di chi già sapeva che Chukwu poteva dare tanto al Milan. Ora, da qui a dire che l’impatto dell’ex Villarreal abbia lo stesso eco della rete di Verona ce ne vuole. Ma è anche vero che il numero 21, forse, non è stato gestito granché anche per colpe sue.
Diamo un’occhiata al minutaggio complessivo di Samu, e ci si rende conto che il ragazzo ha giocato relativamente poco. In tutta la stagione lo si è visto in campo solamente 939 minuti, 10 partite intere ed una frazione di gioco quasi conclusa. In tutto questo ha fatto 3 gol e 1 assist, e qui le cose cambiano: se letto dal punto di vista matematico, passare dalle 24 partite ufficiale alle 10 e mezzo con questi numeri la media cambia profondamente. Inoltre, e carta canta, spesso l’esterno è stato impiegato nei momenti finali e con il risultato già in saccoccia, quando la squadra ha smesso di spingere. Palloni toccati? Pochi e molto statici.
Stefano Pioli ha commentato il suo ingresso al Bentegodi in questo modo: “Chukwueze è la storia di un giocatore straniero che viene in un campionato difficile, ma che sta mettendo il massimo impegno. Si affrettano troppo i giudizi su questi ragazzi che arrivano da un’altra mentalità di allenarsi e giocare, sono molto contento del suo gol e di come entra in campo“. Belle parole per un (speriamo ritrovato) talento. Ma i giudizi frettolosi sono solo dei tifosi oppure anche dello stesso mister?
La stessa cosa sta accadendo a Filippo Terracciano questa stagione, è successa a Malick Thiaw la scorsa e la vicenda più famosa è quella di Yacine Adli. Prendendo il solo caso del franco-algerino, ci si ricorda di lui come un uomo chiesto a gran voce dai supporters ma mai davvero visto dal tecnico. Sbocciato solo quest’anno, ha dovuto ingoiare la bocciatura nel progetto sportivo quest’estate per poi ritrovarsi al centro anche per la tragica situazione infermeria. E Thiaw è una delle promesse della futura Nazionale tedesca, capitato a fagiolo nel primo periodo della difesa a 3 nel febbraio dell’anno scorso. Per Filippo ci si augura il meglio, anche se il Milan sa di avere nelle mani un terzino/centrocampista tutto da formare.
La coincidenza di questa marcatura nell’ultimo turno di Serie A può essere quel cambio di passo che serviva a Chuk per impressionare il suo allenatore, a cui vuole comunque un gran bene. La verità è che Pioli vede sempre i suoi giocatori nelle sessioni a Milanello, e le decisioni arrivano non per arroganza o per antipatie, ma solo per il meglio del collettivo. Samu, al contrario, ora deve dare un motivo in più al coach per far rimanere in panchina ogni tanto Pulisic. Le occasioni non mancheranno, sperando siano un po’ più lunghe temporalmente.
