HomeIn evidenzaMix di giovani e campioni con esperienza. Ma campioni veri

Mix di giovani e campioni con esperienza. Ma campioni veri

Sono passati ormai due anni. Le strade del Milan e di Leonardo Bonucci si sono incontrate già diverse volte e succederà ancora, tra poco più di 24 ore. Non si tratta più di una ferita aperta, forse non lo è mai stata. Se proprio vogliamo paragonarla ad un sentimento, la fuga da Milanello del numero 19 bianconero dopo una sola stagione si può considerare come una scottatura, una lieve delusione da flirt estivo. Nulla di più.

E perché tornare sull’argomento? Il pretesto non solo ce lo offre l’incontro di domani sera, un incontro decisivo e importante sotto diversi aspetti. Un faccia a faccia, un nuovo “regolamento di conti”. Ma anche quello che sta succedendo in casa rossonera, per l’ennesima volta in pochi anni. Fu proprio Bonucci, nel 2017, il pilastro scelto da Fassone e Mirabelli sul quale fondare il “Milan cinese”. Acquisto monstre, ingaggio faraonico, fascia di capitano. Tutto per l’uomo designato come leader, capace di infondere i valori di ambizione e carattere ad una squadra composta per lo più da giovinastri.

Così non fu, la storia parla da sé. E ora ci troviamo ancora lì, allo stesso punto di tre anni fa. O quasi. Zlatan Ibrahimović, inseritosi in un Milan ancor più allo sbaraglio con grande carisma e leadership, è ai ferri corti – notizia fresca fresca – con Ivan Gazidis e con ogni probabilità deciderà di lasciare Milanello al termine della stagione.

E ora chi si prenderà sulle spalle il Milan come ha fatto Ibra nei due mesi successivi al suo arrivo? Uomini, campioni veri. Ergo, non è da ripetere l’errore commesso con Bonucci, con Biglia, con Higuain (l’estate successiva). Tutta gente che – a ben vedere – ha sempre reso in contesti particolari, favorevoli alla propria massima espressione. E che a alla voce “trofei internazionale”, sul palmares vantano i cosiddetti “zero titoli”. Ecco perché non è da farsi scappare l’occasione Thiago Silva, uno che come Zlatan conosce già l’ambiente rossonero e che si è confermato nelle altre esperienze con PSG e Seleçao. Un professionista serio, convinto, che ha avuto modo di condividere campo e spogliatoio con diversi mostri sacri del Diavolo di ancelottiana memoria. Così come Pedrito (purtroppo molto vicino alla Roma): uno che ha messo la firma nelle finali di tutte le competizioni mondiali, decidendole.

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