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L’arte di mettere in ghiaccio la partita: ad inizio stagione il punto di forza del Milan, ora è una fase horror

Questa può essere comunque la stagione buona, non scherziamo. Con 26 partite da giocare ancora in Serie A il momento della svolta può capitare anche diverse volte, ma bisogna tornare a quell’idea di fase difensiva che ha contraddistinto le prime tre gare. Ad oggi è difficile pensare che il nuovo Milan di agosto non concedesse assolutamente niente dopo aver dominato la partita in tutti i settori del campo, ed è questa la cosa più preoccupante.

Perché si tratta della stessa squadra per valore tecnico, anche se le idee tattiche possono variare o mancare addirittura. Ed i moduli, in questo tratto post sosta d’ottobre, sono parecchi e confusi. Ma senza parlare della lavagnetta e delle pedine, uno degli argomenti più delicati della giornata deludente, si deve sottolineare l’atteggiamento disfattista della difesa dopo la prima azione pericolosa degli avversari.

Si possono chiamare Lecce, Napoli, Inter, Chicago Bulls o gli Avengers. Non importa: il Milan è arrivato ad avere paura di subire, nonostante una buona linea difensiva sulla carta ed il portiere migliore al mondo. Ed il tutto perché ci si rovina con le proprie mani in fase di conclusione, visto che i rossoneri in porta ci sanno arrivare anche nelle gare più confuse. Ed il match del Via Del Mare, esattamente come quello del Maradona, lascia l’amaro in bocca perché si doveva vincere 3 o 4 a zero nel primo tempo, ed invece ti fa salire con il pullman con il punticino e con i 20-30 minuti di bambola generale.

In un’attenta analisi di Stefano Pioli dopo il fischio finale si può sentire: “Stiamo commettendo errori di frenesia e di poca lucidità, non vincere queste partite con il doppio vantaggio ci penalizza tanto“. Frenesia e poca lucidità. Per tornare al primo paragrafo del testo, si deve rivolgere il nastro alle partite con Bologna, Torino e Roma. Quando la palla, che poteva scottare molto di più visto la caratura e la garra delle suddette, restava tra gli scarpini dei milanisti e ci rimaneva per molto tempo. E sia chiaro, quei risultati non sono goleade storiche, ma la squadra sapeva come reggere la pressione e dava l’idea di saper cosa fare.

Ora ci sono uscite palla al piede in solitaria strane, falli decisamente stupidi al limite dell’area ed una fase difensiva copia-incolla…sugli errori della precedente partita. Una confusione totale anche nelle partite in cui non ci sono chissà quante occasioni altrui. E si sa, una regola del calcio dice: “Gol sbagliato, gol subito“. Però concedere così tanto pesa perché poi ci rimettono le individualità nell’opinione pubblica, ma è il collettivo intero che deve premere il bottone antipanico e tirare fuori la cazzimma.

Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

 

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