E’ ovvio che il Milan che si vedrà in campo nella notte di Champions sarà una squadra diversa da quella vista contro l’Empoli, sia per motivazioni che per i giocatori in campo. Mercoledì a San Siro tornano con tutte le probabilità gli 11 visti al Maradona, come scritto nell’edizione della Gazzetta dello Sport odierna, con Diaz ancora schierato a destra, ma che può poi accentrarsi e spostarsi anche verso sinistra. I 3 di centrocampo, Tonali, Krunic e Bennacer si scambieranno continuamente, evitando di lasciare qualsiasi riferimento agli avversari.
Pioli, nel post partita di Milan-Empoli, ha affermato di “non essersi inventato nulla“, dando tutti i meriti a come i suoi ragazzi si sono schierati in campo e alla voglia che avevano di vincere. D’altronde è un 11 che si conosce molto bene, con un modulo che, con il passare del tempo, ha piantato le sue radici nella testa dei giocatori, che hanno imparato a interpretarlo in maniera impeccabile, come nella partita di Napoli, ma non solo.
Riconfermato a pieni voti il “triangolo del gol“, con Leao e Brahim che cercheranno di mettere in difficolta la difesa partenopea sulle fasce, e Giroud che dovrà essere freddo come poche volte sotto porta. Ci si aspetta due partite sul filo dell’equilibrio, il margine d’errore dovrà essere pari a 0.
LE MOSSE DI SPALLETTI
Sembra essere sempre più improbabile la presenza di Osimhen, mercoledì a San Siro. Il nigeriano continua a svolgere lavoro personalizzato, ma è comprensibile che, l’allenatore toscano, non voglia rischiarlo e di conseguenza rischiare la stagione, perché detto chiaramente, il Napoli ha bisogno del suo capocannoniere.
Periodo di infortuni e cali di forma, per una squadra (il Napoli) che ha accecato con la sua luce tutta l’Europa fino ad ora. Per questo motivo Spalletti non è preoccupato più di tanto, la sua squadra ha perso magari un pò di qualità, ma la testa no, quella mai. Anche nella partita di ieri a Lecce, l’ha saputo dimostrare.
I dubbi di formazione sono: tra Lozano e Politano sull’esterno di destra, ma sembrerebbe diventare sempre più concreta l’ipotesi Lozano per dare più profondità; tra Olivera e Mario Rui, in cui sembra in vantaggio l’uruguaiano per dare più fisicità.