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La nuova idea di Gazidis e Scaroni. In un anno è cambiato tutto

Giusto per non dimenticare. Un anno fa di questi tempi, secondo la “proprietà” del Milan rappresentata da Gazidis e da Scaroni era necessaria una “rivoluzione tecnica e dirigenziale”. Non a caso, come confermato dallo stesso tedesco, proprio a dicembre fu contattato e opzionato Rangnick. Dunque un anno fa, di questi tempi, l’accoppiata Boban-Maldini non convinceva. Un anno fa, di questi tempi, Pioli era considerato a tutti gli effetti (anche contrattualmente) un “traghettatore”. Un anno fa, di questi tempi, Gazidis riteneva Ibrahimovic un lusso, caro, desueto e superfluo. Anzi quasi dannoso. E, a dire il vero, molti tifosi e opinionisti la pensavano allo stesso modo. Un anno fa, di questi tempi, la squadra sprofondava in una crisi tecnica che sembrava irreversibile e la qualificazione alla Champions League veniva vista come un obiettivo irraggiungibile. Un anno fa, di questi tempi, Gazidis e Scaroni ci ripetevano fino allo sfinimento che per tornare una squadra di vertice sarebbe stata necessaria la costruzione del nuovo stadio. Per due anni, Gazidis e Scaroni, sono andati avanti a parlarci quasi solo e soltanto di questo benedetto nuovo stadio. Da qualche settimana invece, tutti stanno cominciando a rendersi conto di due grandi verità: la prima è legata ai veri motivi per cui le istituzioni politiche non hanno ancora concesso il “via libera” per i lavori del nuovo impianto. Una verità che, come spesso accade in Italia, viene raccontata dopo le inchieste giornalistiche invece che durante quelle della Procura. Fatto sta che le richieste di accertamento sulla vera proprietà del Milan non faranno altro che rallentare ulteriormente la partenza del progetto. Per inciso viene da domandarsi perché il Comune di Milano vuol conoscere i veri investitori se, come dicono i portavoce, il Milan è di Elliott e tutto è alla luce del sole? Sapendo che non avremo mai una risposta occupiamoci dell’altra grande verità emersa negli ultimi mesi, cioè che la convinzione di Gazidis e Scaroni per cui il nuovo stadio sarebbe stata l’unica strada per rifare una squadra di vertice è un assunto non valido. Maldini, Pioli e Ibra hanno dimostrato che non è così. Con un progetto sportivo serio, un gruppo sano e coeso, che ha imparato a lavorare con la diffidenza dell’esterno e la totale sfiducia dall’interno, si possono fare cose inimmaginabili. Anche lottare per lo scudetto e stare in classifica davanti a corazzate molto più forti, costose e attrezzate per vincere. Eppure questo Milan è costato davvero poco. Non sono stati comprati grandi campioni, non si sono spesi centinaia di milioni, nessuno ha sbandierato il ritorno agli antichi fasti. Tutto è stato fatto in silenzio, sotto traccia, con il lavoro quotidiano, tassello dopo tassello. E ai risultati questa squadra ci è arrivata attraverso il gioco. Un gioco che ha conferito a tutti una grande consapevolezza di forza. Una forza nata non dal valore dei singoli, ma dallo spirito di squadra. Questo è quello che si è visto in maniera ineluttabile contro la Fiorentina quando, pur senza Ibra, il Milan ha dato un’incredibile dimostrazione di forza e di determinazione nel portare a casa i 3 punti. Non 3 punti qualsiasi, ma 3 punti per la corsa scudetto. Una cosa incredibile a dirsi e ancora più inimmaginabile un anno fa. E, come sempre accade nel calcio e nella vita, un anno fa, tutti dirigenti e gli allenatori attuali e passati facevano a gara a scaricarsi le responsabilità per stagioni fallimentari dal punto di vista tecnico ed economico. Adesso è scattata la gara contraria. Di questo Milan primo in classifica i meriti sono di tutti. Gazidis e Scaroni idolatrano Ibra, ma come? Non lo giudicavano vecchio e inutile? Gazidis e Scaroni coccolano Pioli e Maldini, ma come? Non volevano Rangnick? Scaroni celebra il lavoro congiunto di Gazidis e Maldini dimenticandosi che questo miracolo di squadra, Paolo, l’ha costruito in pochi mesi da solo. E che avrebbe voluto avere al suo fianco Boban, non Gazidis. Insomma i due dirigenti di “Elliott” vogliono salire sul carro dei primi in classifica. E noi ci limitiamo a ricordare che qualche mese fa la pensavano diversamente. Ma ci sta. Fa parte del gioco. Ci sta che Scaroni e Gazidis adesso apprezzino e cavalchino l’onda di un progetto che non avevano né voluto né avallato. Ci sta perché almeno sono i dirigenti in carica in questo Milan primo in classifica. Che ancora non ha nemmeno l’ombra dello stadio, ma almeno è primo in classifica. Quello che non ci sta e che fa davvero sorridere è invece quando provano a salire sul “carro” altri ex. Tra questi spiccano Fassone e Mirabelli che rilasciano interviste surreali. Ecco, quello davvero non ci sta.

https://youtu.be/Nyq0247xnrc.

San Siro – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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