HomePrimo PianoContropiede Gazidis: da rivoluzione a restaurazione nel giro di pochi giorni

Contropiede Gazidis: da rivoluzione a restaurazione nel giro di pochi giorni

Un giro palla senza sosta al limite dell’area di rigore, poi la ricerca dell’imbucata vincente ma, all’ultimo, un’errore di valutazione fa scattare il contropiede. È andata un po’ così dalle parti di via Aldo Rossi, la faccenda Rangnick-Milan. Una costruzione di progetto attenta ormai da mesi, poi l’attesa del momento giusto pe ufficializzare il tutto ma, in extremis, l’accordo salta ed ecco accadere il contrario delle previsioni di quasi 180 giorni. Un contropiede inimmaginabile che solo Ivan Gazidis avrebbe potuto escogitare e portare a termine. Ora è tutto rose e fiori: Scaroni abbraccia Pioli, Gazidis elogia Maldini ed Ibrahimovic, come se il lungo periodo che va da Febbraio alla vigilia di Sassuolo-Milan fosse passato velocemente in archivio. Una rivoluzione apparentemente imminente si è trasformata in restaurazione, con tutti i pezzi che ora, da Pioli a Maldini, Elliott sta cercando di ricomporre in un unico e grande puzzle.

Maldini, Ibra: con Pioli si aprono nuovi scenari

Con il rinnovo biennale di Stefano Pioli e la ‘bocciatura’ di Rangnick, per il quale “non è ancora il momento giusto”, in casa Milan potrebbero aprirsi nuovi scenari. Uno su tutti, quello di Paolo Maldini. L’arrivo del manager tedesco sarebbe stato decisivo soprattutto per l’ex capitano rossonero che, vedendosi scavalcato alla Boban, avrebbe quasi sicuramente deciso di intraprendere un’altra strada. Ora tutto può cambiare, lo stesso Maldini si sta prendendo qualche giorno di tempo per poter tirare le somme e comunicare la propria scelta al club. D’altra parte Elliott, tramite Gazidis, ha confermato la volontà di voler trattenere il proprio dirigente: “Ha due anni di contratto e spero che rimanga, il suo apporto è importantissimo”. Un altro nodo da sciogliere riguarda Zlatan Ibrahimovic. Se con Rangnick sarebbe stato divorzio, con Pioli non è da escludere che le possibilità di permanenza salgano vertiginosamente. Il rapporto tra i due è ottimo da sempre: “Pioli è un signore, se avesse avuto la squadra di Allegri avrebbe vinto lo scudetto facilmente”. Ora sarà da capire cosa frullerà nella testa di Zlatan, ma intanto godiamoci questi giorni di serenità.

Elliott rilancia il ‘Milanismo’

Se tutte e due le questioni andassero in porto, per il Milan sarebbe oro che cola del cielo. Al di là delle vicende di campo, per cui Zlatan può ancora dire la sua, la presenza dei due uomini del vecchio Milan è importante soprattutto per l’ambiente, per trasmettere quei valori e quella determinazione che ogni giocatore che veste quella maglia dovrebbe avere. Il cambiamento da Gennaio in poi è stato netto, impossibile pensare che non sia stato merito di Ibra, uno che il Milan di Berlusconi lo ha conosciuto e non lo ha dimenticato. Le sue parole nel diverbio con Gazidis sono state emblematiche: “Questo non è il mio Milan, c’è troppa incertezza”. Eppure quel club definito ‘non suo’ è stato rivitalizzato proprio da lui, preso per mano e condotto verso un’identità più riconoscibile per coloro che hanno ammirato i grandi di un tempo. A fine stagione sarà tempo di tirare le somme sia per Maldini che per Ibra, in entrambe le circostanze il fondo americano ha aperto ad una soluzione insieme. Ora starà ai due capire se cimentarsi in una nuova esperienza o percorrere un’altra strada.

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