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MP Q&A – Franz Villa: “Milan, basta autocelebrazione del passato. Ripresa del calcio? Portare un sorriso serve”

Ospite odierno del nostro solito appuntamento social su Instagram è stato Francesco Villa, attore e comico componente del famoso duo Ale e Franz. Tifoso milanista, Villa ha parlato con noi delle vicende che riguardano il mondo rossonero.

Su come è diventato milanista: “L’amore per il Milan me lo ha trasmesso mio papà che era talmente un grande milanista, che guardare le partite con lui era quasi irritante: toglieva l’audio quando pensava che il telecronista fosse contro il Milan. Ho un nipote che ora è milanista ma che da bambino tifava per l’Udinese, una volta mio padre gli disse “Adesso basta con ‘sta storia dell’Udinese”. Era innamorato di Rivera, sono stato contento di averlo portato a San Siro nel suo ultimo anno di vita, dove incontrò tante vecchie glorie. E’ un’immagine che mi porto ancora nel cuore“.

Sulla ripartenza del campionato: “L‘idea di giocare a giugno a me non dispiacerebbe. Portare un sorriso e un po’ di leggerezza serve, ed il calcio è maestro in questo. D’estate si può giocare, ci sarebbero stati gli Europei, dove avremmo detto la nostra e per questo faccio i complimenti al ct Mancini, che ha raccolto i cocci di una Nazionale a pezzi ed ha fatto un lavoro straordinario“.

Sulla situazione societaria: “E’ difficile dirlo. L’unico dubbio che mi viene è che di cambiamenti ne sono stati fatti tanti e questo si ripercuote sulla struttura della squadra e sul mercato. Il Milan ha comunque una grande società, mi sembra una fase di passaggio dove manchi un niente per sbloccare la situazione e tornare ai fasti, magari con una nuova proprietà. Siamo comunque una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano, voglio vedere il bicchiere mezzo pieno“.

Su Ibrahimovic: “Bisogna andare avanti, nel Milan vedo una eccessiva autocelebrazione del passato. La Juventus in questo insegna, è sempre il futuro. Mi dispiace per Ibra, ma non è una persona su cui il Milan deve programmare un futuro, servono giovani promettenti ed investimenti mirati. Il futuro del Milan non può essere nemmeno Thiago Silva, preferisco che si investa su un giovane da far crescere. Andava trattenuto allora, non fatto tornare adesso. Quando vedo la storia del Milan mi sembra di celebrare una sorta di Superga, con le dovute proporzioni: basta col passato“.

Sul mercato: “Non ho capito la cessione di Cutrone, era un patrimonio del Milan e andava tutelato. In una squadra che progetta il futuro e punta sui giovani, un ragazzo come lui poteva servire perchè nei pochi minuti giocati i gol li ha sempre fatti, ed inoltre con una squadra intorno che non era eccezionale. In Cutrone rivedevo l’energia di Massaro, quella di uno che quando entrava spaccava le partite“.

Su Donnarumma: “Una squadra forte non dovrebbe vendere, ma è chiaro che ci sono dei conti da far quadrare. Se serve per risolvere quei problemi, forse avrei capito di più la cessione di un grande fenomeno come Donnarumma – che al momento giusto magari ti fruttava 80-100 milioni, ed avresti potuto rifondare la squadra – piuttosto che uno come Cutrone che te ne ha fatti incassare 18. Forse il Milan l’ha trattenuto sperando di andare in Champions, ma quando non ci è riuscito è crollato il castello

Sulla rosa attuale: “Mi piacciono Rebic, Hernandez e Bennacer: mi sorprendeva quando nella prima parte del campionato non giocavano. Bennacer ha tecnica e grinta, è uno dei giocatori su cui il Milan dovrà costruire. Non siamo il Parma o il Chievo o anche l’Atalanta, che possono puntare sui giovani senza grossi problemi perchè non hanno grandi aspettative“.

Sul “collega di duo” Alessandro Besentini, gran tifoso dell’Inter: “Con Ale non parliamo di calcio, men che meno quest’anno. I derby non li guardiamo mai insieme. Sento molto più la rivalità con l’Inter piuttosto che con la Juventus“.

Sulla partita del Milan che ricorda di più: “Assolutamente la finale di Atene col Liverpool, perchè ero lì. L’ho vinta anche io quella Champions. Tra l’altro ricordo che una sera ero a casa, a mezzanotte mi chiama Daniele Massaro che mi invitò a casa sua perchè aveva la Champions di quella notte. Ho ancora le foto con la Coppa, vincere quella partita mi fece andare fuori di testa. Il più brutto? Alla fine del primo tempo di Istanbul ero già ubriaco di gioia, mandavo messaggi per sfottere i miei amici interisti perchè ero convinto che nella ripresa ne avremmo fatti altri otto. Quei miei amici mi rinfacciarono la sconfitta per mesi interi“.

Franz racconta qualche aneddoto: “Una volta mi chiamò Massaro che stava cenando con van Basten e voleva presentarmelo, ma io rifiutai: l’emozione sarebbe stata troppa. Un’altra volta, arrivato a San Siro parcheggiai nei sotterranei e davanti a me scese dalla macchina Franco Baresi che mi disse “Ciao Franz”. Per me la serata era finita lì, cioè Baresi che saluta me…

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