Il Milan vince, domina in lungo e in largo e diverte. Eppure la partita di Zagabria sembra non essere perfetta a livello tattico, ma del risultato non si può dire nulla. Chiaramente uno dei punti forti della partita è stata la concentrazione del settore arretrato: tra i difensori ed i centrocampisti (di copertura) si sono visti pressing all’80’ minuto, duelli vinti e un’unione di intenti, con lo stesso Gabbia che ammette quanto sia fondamentale crescere con uno come Kjaer. Le azioni pericolose croate poi erano perlopiù nel primo tempo, con un Tatarusanu sempre sul pezzo, anche quando la difesa qualcosa ha lasciato.

Ma allora, di cosa ci si lamenta? Lamentarsi è una parola grossa. Servirebbe equilibrio per perfezionare un Milan che, altrimenti, sarebbe all’apice del gioco con Stefano Pioli in panchina. Quella vista contro la Dinamo è stata una partitona dietro, ma davanti qualcosa di sbagliato c’è stato. Il match del Maksimir, complice la situazione d’emergenza, ha vinto un tridente fantasma. Leao, Giroud e Rebic sono stati veri e propri attaccanti, con Charles De Ketelaere che ha cercato di essere avanzato rendendo così la linea di trequarti inutilizzabile. Non a caso, il primo tempo è stato difficile per le conclusioni. La partita è stata (finalmente) sbloccata con uno schema su punizione.

La difesa di Cacic si è aperta dopo lo 0-2, da lì in poi il Milan avrebbe tranquillamente potuto segnare più di 4 gol. Ma ha senso giocare con un attacco così squilibrato? Rebic sulla destra si è dimostrata una buona soluzione, ma manca unione tra la metà campo e l’attacco. Krunic, in questo senso, si è sempre dimostrato ottimo come esterno reinventato, in quanto riusciva benissimo a coprire difensivamente avendo già Leao avanzato. Un lavoro alla Saelemaekers o alla Messias, appunto. A questo punto, mantenendo il falso tridente visto in Croazia, si potrebbe pensare ad un 4-3-3 (e Pioli lo ha già pensato in emergenza) con magari un Pobega o un Vranckx aspettando la sua crescita. 

Stefano Pioli è un allenatore molto intelligente, e sa benissimo che la prova vista martedì potrebbe essere rischiosa contro squadre più pericolose, con tutto il rispetto della Dinamo Zagabria. Con i vari rientri che arriveranno, De Ketelaere rischia di vedersi perdere il posto con giocatori che sanno fare da collante come appunto Krunic o un Brahim Diaz che a livello tattico sta diventando un capolavoro. D’altronde, un tridente spropositato non sarebbe lo stesso in assenza di una linea di trequarti che unisca attacco e centrocampo.