Filippo Galli, ex difensore rossonero, è intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera. Alla base dell’intervista c’è la presentazione del suo libro “Il mio calcio eretico – Dai trionfi con il Milan al lavoro con i giovani“. Di seguito le sue dichiarazioni.
Sull’allenatore più eretico che ha incontrato:
“Arrigo Sacchi è stato rivoluzionario. Il mister aveva una sconfinata passione per il gioco, un senso del dovere esemplare e una cura del dettaglio maniacale. Ma anche Fabio Capello, con Italo Galbiati, lo sono stati: hanno compreso che era necessario togliere agli attaccanti parte dei compiti difensivi che Arrigo aveva loro attribuito“.
Sul campione di cui va più fiero per averlo aiutato a crescere:
“Donnarumma: lui sin da ragazzino reagiva agli errori, facendoseli scivolare addosso. Poi penso a Cristante che sta ancora giocando da protagonista nella Roma e a Locatelli che sapeva vedere linee di gioco immaginarie“.
Su De Zerbi e il suo pensiero di costruzione dal basso:
“Il Brighton di Roberto è una delle squadre che preferisco guardare. È un allenatore formatore, che migliora i singoli lavorando sul collettivo. Propone un calcio diverso da quello della tradizione italiana, speculativo, difensivo a oltranza. Ho predicato la costruzione dal basso quando ero alla guida del settore giovanile del Milan sin dal 2012 e per i bambini di 10 anni. Bisogna insegnare loro a essere protagonisti e coraggiosi“.
Se è mai stato vicino a far parte dello staff del Chelsea:
“Quando Ancelotti nel maggio del 2009 si trasferì in Premier League mi chiese di seguirlo a Londra. Ma io mi ero già accordato con Galliani per diventare responsabile del settore giovanile del Milan e non me la sono sentita di non mantenere la parola data“.