I tifosi del Milan faranno bene a mettersi l’anima in pace: quella che ci attende sarà l’ennesima estate “da rivoluzione”, di quelle che danno l’impressione di essere il segno di un progetto che per il momento stenta ancora a decollare. Negli ultimi giorni si sono susseguite insistenti voci della volontà del Fondo Elliott di non cedere il timone del club di Via Aldo Rossi, con spifferi provenienti direttamente dalla famiglia Singer che raccontano di patron Paul particolarmente appassionato al Milan, e disposto a nuove iniezioni di denaro dopo quelle degli scorsi anni.

E’ inevitabile, però, che dalle parole e dalle buone intenzioni bisogna passare ai fatti perchè il tempo degli errori è veramente scaduto. La proprietà a stelle e strisce dovrà dimostrare di avere le idee chiare soprattutto a livello dirigenziale, dopo la brusca separazione da Boban che lascia presagire a nuove porte girevoli nelle stanze del potere di via Aldo Rossi. Maldini e Massara rischiano di andare via a fine stagione, azzerando quasi totalmente l’area sportiva, che andrà ricostruita da capo dall’a.d. Gazidis, l’unico intoccabile.

E parlando di figure idonee per cominciare la costruzione di una squadra all’altezza, chi scrive non può fare a meno di sollevare dubbi sul profilo squisitamente “calcistico” di Henrik Almstad, braccio destro di Gazidis e probabile nuovo direttore sportivo rossonero, colui che – insieme a Rangnick – dovrà di fatto mettere in piedi la rosa della prossima stagione. Lungi da noi voler mettere in dubbio le capacità manageriali del dirigente tedesco – laureatosi alla prestigiosa London School of Economics e con un Mba ad Harvard – ma l’uomo di fiducia di Gazidis, con cui ha lavorato per cinque anni all’Arsenal, è più un “esperto dei conti” piuttosto che un uomo “di campo”.

Ai Gunners, infatti, si occupava di valutazione dei rischi e prospettive sportive, di analisi di settore ed efficienza dei progetti. Insomma, la massima espressione del risvolto economico del calcio, qualcosa di abbastanza lontano dallo scandagliare il mercato e costruire reti di contatti e conoscenze per assicurarsi i calciatori migliori. Gli appassionati hanno imparato a tenere conto del fatto che il mondo del calcio ad alto livello è diventato sempre di più una macchina finanziaria, ma alla base di tutto ci sono sempre la voglia è l’obiettivo di alzare trofei, attività quest’ultima che al Milan manca da troppi anni: capite perchè non si può più sbagliare?

Twitter: @Juan__DAv