Dopo la sconfitta nel derby per 5-1, il 16 settembre scorso, in pochi avrebbero scommesso sui rossoneri al comando della Serie A, con due punti di vantaggio sull’Inter. 7 vittorie in campionato, su 8 gare giocate, una sola rete subita post derby, tra campionato e Champions League. La squadra marcia in maniera costante, e non vuole porsi limiti, né obiettivi di poco conto. Eppure dubbi ce n’erano tanti, da luglio, con gli addii di Maldini e Massara, passando per la tesi dell’inesperienza di Furlani, che invece, in collaborazione con Moncada, ha tirato su una squadra competitiva e soprattutto credibile. Non sarà la squadra perfetta, ma ogni tassello si sta aggiungendo per renderla tale, perché quest’anno il roster sembra davvero più forte rispetto agli altri anni, sicuramente più qualitativa. Pioli ha in mano giocatori di altissimo livello, che giocando insieme possono esprimere al meglio le loro caratteristiche.
Tornando agli ottimi risultati raccolti dalla squadra, è da sottolineare come le vittorie siano arrivate in maniera diversa: con Bologna, Torino e Roma, la squadra ha espresso un grande livello tecnico, dominando in ogni zona del campo, tranne negli ultimi 20’ contro i giallorossi, a causa dell’uomo in meno. Tralasciando il derby, in cui tutte le certezze sembravano sparite, si è passati al 343 di Milan-Hellas Verona, con Pioli che ha deciso di rinunciare al gioco sfavillante, per chiudere le linee di passaggio agli avversari e ripartire esclusivamente in contropiede. Questo ha permesso alla squadra di non disperdere troppe energie, soprattutto mentali, ma di compattarsi – giustamente – dopo un derby perso in quel modo. La trasferta a Cagliari, ci ha detto che il Milan ha grandi ambizioni, e che dalla panchina si possono pescare jolly importanti, ma anche da titolari riescono a fare bene. Adli ha la personalità per tenere in mano la mediana rossonera, e di accendere la luce, insieme a Reijnders per le trame di gioco. Loftus-Cheek, quando parte esterno e si accentra, ha i movimenti e la forza nelle gambe per concludere l’azione in maniera positiva.
Questo Milan va, e Milan-Lazio ne è la dimostrazione. Un primo tempo bloccato, estremamente tattico, dove nessuna delle due riusciva a venirne fuori. Poi nel secondo tempo, il Milan ha mostrato una aggressività tale da non lasciare scampo agli avversari. Ed infine Genoa-Milan ha mostrato il cuore, l’anima, il sacrificio, la vita che il Milan darebbe per ottenere i tre punti. Poche volte si era vista questa grande forza mentale, nonostante si arrivasse da 7 gare in circa 20 giorni, nessuno ha mollato. L’impressione è che il diavolo, prima o poi, avrebbe trovato un modo per portarla a casa. E così è stato…
In molti insistono sul fatto che il Milan non sia la squadra con la rosa più profonda, con la rosa più forte. Forse è vero. Però in pochi, forse nessuno, ha a disposizione questo spirito, come i rossoneri. Il Milan non è più la squadra più giovane, perché in un biennio è riuscita a diventare la squadra più matura. Era proprio questo il salto di qualità che ci si aspettava, finalmente arrivato. Un team che riesce a mutare in maniera camaleontica, in base agli avversari che affronta, ed alle necessità. Ecco perché, questo Milan va.