Dopo quattro vittorie consecutive che avevano permesso al Milan di “volare” sopra le nerissime nubi del mese di gennaio, l’inizio di marzo ha di nuovo riportato il Diavolo sulla Terra. E lo ha fatto in maniera assolutamente brusca, molto più di quanto dica una sconfitta per 2-1: già, perchè la Fiorentina ha dominato la gara del Franchi per atteggiamento, idee, incisività e corsa. Il Diavolo, invece, è apparso svagato in difesa, disorganizzato in mezzo e inconcludente davanti, quasi come se all’improvviso avesse fatto un salto indietro di un mese. I rossoneri, dominati nel primo tempo e salvati solo da Maignan e da un pizzico di buona sorte, non hanno mai cambiato ritmo, se si eccettuano pochi minuti nella ripresa. E a questo punto suona l’allarme in vista del ritorno di mercoledì in Champions League contro il Tottenham.
Attacco spuntato, e Rebic è un fantasma
La partita giocata poco più di ventiquattro ore fa è stata la definitiva mazzata per tutti i detrattori di Rafael Leao. Partiamo da un presupposto chiaro: forse distratto dalle voci sul suo futuro e su un rinnovo che vive una fase di stallo, il portoghese non sta certamente facendo un grande 2023, come del resto tutto il Milan. Il bottino recita finora due gol e due assist nelle dieci partite del nuovo anno, poco per una delle stelle dei campioni d’Italia. Eppure, gioca Rebic al suo posto perchè squalificato, e ti accorgi di quanto Leao manchi. E non è nemmeno un caso che nelle uniche due partite saltate dall’ex Sporting Lisbona, il Milan abbia ottenuto… zero punti. Nel match in terra toscana, l’attacco dei Campioni d’Italia ha risentito pesantemente dell’assenza del miglior giocatore della scorsa Serie A.
Il Milan non può fare a meno di Leao
I rossoneri non sono mai stati veloci e pungenti, e Rebic, quello che dovrebbe essere il sostituto naturale di Rafa, è stato – come del resto lungo tutto l’arco di questa stagione – una copia assolutamente sbiadita dell’originale, ma anche del Rebic visto gli scorsi anni. Senza Rafa, nessuno punta l’uomo, nessuno tenta la giocata risolutiva. Insomma, sarà pure indolente, sarà pure discontinuo nell’arco dei novanta minuti, ma Leao è di un livello superiore al resto della rosa, è l’unico che pur in una prestazione pessima per 89 minuti, può tirare fuori dal cilindro la giocata decisiva al novantesimo. E di giocatori così in Serie A se ne contano sulle dita di una mano. A maggior ragione in un periodo – che a dire il vero dura da inizio stagione – in cui il gioco del Milan si limita a lanciare lungo per la sponda di Giroud, avendo i rossoneri perso tutta quella fluidità e armonia di gioco che l’ha contraddistinti lo scorso anno. A White Hart Lane Leao tornerà al suo posto: il Milan non può assolutamente fare a meno di lui.