Intervenuto wi microfoni di SportWeek, Roberto Donadoni ha commentato così i suoi ricordi al Milan e all’Atalanta con una chiosa sulla partita di domani. Ecco le sue dichiarazioni:
Sul suo Milan: “Sono cresciuto con il mito di Rivera, il mio idolo. Sognavo il Milan, mi voleva la Juve, mi ha preso Berlusconi. È stato lui a insistere e gliene sono ancora grato. Allora l’Atalanta era molto legata agli Agnelli. Dicevano che era un specie di succursale della Juve. C’erano stati molti affari e molti scambi. La Juve di quegli anni era fortissima, la squadra più ambita. Ma io volevo il Milan e diciamo che mi è andata bene“.
Sui ricordi: “Non è che non mi piacciono… È stato tutto così bello, così grande e fantastico che diventa quasi impossibile scegliere qualcosa di migliore. Potrei dire la prima Coppa dei Campioni al Camp Nou contro la Steaua o l’ultima ad Atene contro il Barcellona e invece mi viene in mente quando sono stato espulso contro il Malines. Il mio avversario mi ha picchiato per tutta la partita, anche nei supplementari. A un certo punto non ci ho più visto e ho reagito con un cazzotto e così mi hanno fatto saltare la finale con il Benfica a Vienna nel ’90. Questo è uno dei ricordi più fastidiosi“.
Su Milan-Atalanta: “Bel calcio. Il Milan è campione, ha avuto momenti di sbandamento. Succede. Gli alti e bassi ci sono sempre stati e sempre ci
saranno.Il calcio è fatto di tante cose, quello di oggi è un po’ più complicato. L’Atalanta? La famiglia Percassi in questi anni, insieme a Gasperini, ha fatto cose eccezionali. Sono bergamasco e vedere la mia città e la mia squadra da anni a questi livelli mi riempie di orgoglio. Sono anche un vecchio cuore rossonero e spero in un buono spettacolo“.