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L’avvio da “Diez”, poi un digiuno lungo 150 giorni. Dov’è finito Brahim di La Spezia?

Sembra sia passata un’era da quando i rossoneri, che da poco avevano riassaporato il ritorno in Champions League, espugnarono il Picco di La Spezia. 25 settembre. Era il Milan di Ibrahimovic e Kjaer, che ancora doveva scoprire Messias, ancora alla ricerca della forma migliore. Era il Milan che si godeva la prima rete di Daniel Maldini, emblema di un organico che funziona a prescindere da chi ne faccia parte. Ma soprattutto, è l’immagine che dobbiamo rispolverare per rivedere Brahim Diaz esultare. Lo spagnolo non deposita il pallone in rete proprio da quel Spezia-Milan di settembre, ormai lontano 150 giorni. Un abisso. Ed un peccato, perché il numero 10 aveva colpito al debutto in Serie A e pure in quello in Champions, cancellando in poche settimane l’addio di Hakan Calhanoglu.

Cos’è successo in questi lunghi ed interminabili 5 mesi? Niente di clamoroso, perché il gruppo capeggiato da Stefano Pioli ha continuato a viaggiare ad ottimi livelli, incappando in poche difficoltà dal punto di vista del rendimento. Il calo riguarda perlopiù il ragazzo, ancora acerbo probabilmente per disputare un’intera stagione da protagonista. Dopotutto, nei suoi primi anni da professionista Brahim Diaz non ha mai avuto sulle spalle il peso di questa stagione, che è la prima in cui ricopre un ruolo da primo piano. Essere il “diez” del Milan significa pressione e aspettative, limiti nei quali si sono spenti ad uno ad uno tanti predecessori. Ma serve pazienza. L’obiettivo nel breve termine dev’essere tornare a determinare nei 90 minuti e aiutare la squadra a confermare quella credibilità acquisita con il secondo posto del 20/21, confermando la Champions League. O magari qualcosa di più.

Ciò che conta è non dare sentenze premature. Diaz è un talento assoluto, ha tecnica e personalità (come dimostra la prestazione col Liverpool), ma come tutti i giovani va gestito e aspettato. Ricordate cosa si diceva di Leao e Tonali? E guardate un po’ un anno dopo… Questa stagione serve e servirà a Brahim per comprendere a pieno cosa significa essere un titolare nel Milan, mentre la vera prova del nove (o del dieci) sarà a settembre. Lì dovrà vedersi un Diaz più continuo e più determinante in tutta la stagione. Un po’ ciò che ci si aspettava da Rafa. L’obiettivo di Pioli dovrà essere proprio questo: saper aspettare Diaz e motivarlo sempre di più, per ottenere ciò che tanto stiamo ammirando nella stagione di Leao.

 

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