Il Milan si fa bello davanti, ma dietro c’è ancora una certa insicurezza che non fa bene a pochi giorni dall’inizio della Serie A. È questa la prima impressione che il tifoso rossonero ha percepito dopo la sconfitta contro il Barcellona, la terza su tre nella tournée americana. La partita è stata divertente e, in un certo senso, vera. Il pressing voluto da Xavi sulla retroguardia milanista ha dato i suoi effetti proprio perché, sin dai primi secondi di gara, non è stata capace di gestire al meglio i palloni scottanti.
Tomori su tutti ha mostrato timore nell’assalto blaugrana, ma è stato complessivamente discreto in chiusura. Male comunque in fase d’impostazione. Theo Hernandez è stato ottimo nell’uno contro uno in varie azioni personali di Raphinha. Thiaw ha fatto una grande partita, ma il dominio fisico di Araujo l’ha sentito nelle varie situazioni da angolo sbagliate in marcature. Ecco, gli angoli, uno schema studiato perfettamente dall’ex numero 6 catalano, vista la quantità di pericoli giunti alla porta di un comunque sontuoso Maignan. Alessandro Florenzi si è fatto saltare in più occasioni di Abde, un abisso generazionale. Il gol subito da Ansu Fati è sfortuna, sia chiaro, ma non c’è stata la sua determinazione nell’attaccare.
Il centrocampo, unito all’attacco, non ha creato molto. Ma quel che ha creato è stato interessante. Perché la difesa blaugrana è stata eccezionale, ma in ripartenza il Milan ha saputo giocare di sponda, di geometria e con la sgambata giusta. Rafael Leao è in ottima forma, ma si vede la poca applicazione per via dell’importanza del match, mentre Reijnders è stato il migliore in campo…prima del gol mangiato. Con Loftus-Cheek si intravede una prima unione d’intenti, mentre Pulisic è stato distratto dalla convinzione di Marcos Alonso. Olivier Giroud non ha potuto fare moltissimo, ma è sempre stato parte unita dell’esagono offensivo studiato da Pioli.
Il risultato del match è stato bugiardo, è vero. Il Barcellona ha meritato di più, complice l’inizio di campionato sempre più vicino rispetto allo countdown che porterà alla prossima Serie A. La differenza di condizione è reale e le sostituzioni non hanno aiutato. Il Milan, che ha saputo giocare alla pari per buona metà del primo tempo, torna a casa contento. Sia chiaro, a nessuno piace perdere, ma almeno si sa cosa ripassare prima dell’esame Bologna.