Anche Calabria, con ogni probabilità, dirà addio ai colori rossoneri. Ancora una volta, il Milan perde una pedina del vivaio. Coltivato, cresciuto e sbocciato. Un giovane che è diventato grande nel Milan. Grande d’età, un calciatore professionista, una crescita con la maglia del Milan. Si parlerà quindi di plusvalenza assoluta, vista la lunga storia in rossonero. Ma perché?

Chiaro che il valore del giocatore non è da tutti apprezzato, un terzino da alti e bassi. Capace di stupire, quanto di scivolare facilmente in errori decisivi. Spesso su un’altalena in quanto ad andamento sportivo ma conoscitore raro dei veri valori del Milan. Cutrone un anno fa, ora tocca anche a Calabria, senza dimenticare Locatelli. Giocatori che lasciano la loro casa, il posto in cui più di tutti hanno visto esplodere la carriera. Un pezzo di storia di calcistica, ma anche di crescita personale. Perché oltre ai giocatori, ci sono persone che nei posti in cui nascono vorrebbero – forse – lasciare un segno indelebile. Al milanista dispiace, perché il Milan ha sempre vantato un coraggio non da poco nel rendere grande chi ha iniziato ad indossare questi colori sin dalla tenera età.

Sicuramente la plusvalenza vuol dire aver creato qualcuno, qualcuno che ora vale dei soldi che all’inizio non valeva. Il Milan produce quindi gioielli, giovani, spesso ancora inesperti che però poi – inspiegabilmente – perde anche per poco.

La domanda resta quindi senza risposta, perché perdere piccole bandiere che un domani potrebbero raccontare la storia del Milan?