Giornata di grandi ricordi per il popolo rossonero che, in questo periodo di quarantena, possono consolarsi con due avvenimenti cruciali della storia del Milan.
23 Aprile 1978, quarantadue anni fa scendeva in campo per la prima volta in prima squadra una delle più grandi bandiere rossonere: Franco Baresi. Una data che rimarrà nei cuori non solo dei milanisti ma di tutto il calcio mondiale. Allora si trattava di un giovane Baresi, 17 anni, in un Verona-Milan terminata in favore dei rossoneri per 2-1. In quella stagione presenziò due volte in Coppa Italia e la stagione successiva, 1978-1979, vinse lo scudetto alla guida di Nils Liedholm ed esordì in Coppa UEFA. Da questo momento ebbe inizio una delle storie più affascinanti della storia del Milan, con un campione che salì sul tetto d’Europa per tre volte, oltre a conquistare sei scudetti.
Qualche decennio più tardi, il 23 Aprile 2003, ecco una delle vittorie più affascinanti dell’era Ancelotti, un successo che ha dato la sterzata decisiva al cammino europeo del Milan. Siamo ai quarti di Champions League, i rossoneri si preparano ad ospitare gli olandesi di Koeman dopo uno 0-0 ad Amsterdam. San Siro è carico con 76 mila spettatori e alla mezz’ora i rossoneri passano con Inzaghi su assist di Sheva: è 1-0. Si va negli spogliatoi con grande speranza, ma nella ripresa arriva il pareggio di Litmanen che porta momentaneamente il suo Ajax in semifinale. Poi succede di tutto, Sheva fa impazzire San Siro con il secondo vantaggio, poi annullato dalla rete del 2-2 di Pienaar, al minuto numero 78. La gioia si tramuta in silenzio, con un’eliminazione che sembra ormai prossima. Scocca il 90esimo ed è ancora pareggio. Ma un minuto più tardi ecco Maldini che lancia verso l’area di rigore verso Ambrosini, la palla viene allungata verso Inzaghi che si inventa un pallonetto che fa esplodere San Siro: è 3-2 e Milan in semifinale contro i cugini dell’Inter. Una vittoria rocambolesca, ma decisiva per il cammino che porterà la sesta Champions League nella Milano rossonera.