Il Milan pensa a Jovic in attacco come alternativa a Olivier Giroud nel caso non si concretizzasse l’affare col francese. A parlare dell’attaccante serbo di proprietà del Real Madrid ci ha pensato Helder Cristóvão, suo primo allenatore ai tempi del Benfica B. Ecco le sue parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport:
Su cosa guadagnasse il Milan dall’affare: “Per i rossoneri sarebbe un colpo enorme, ci spero. Ormai Luka è un altro giocatore. All’Eintracht gli hanno trasmesso la cultura del lavoro“.
Sul motivo per cui al Real Madrid non è andato bene: “Questione di modulo. Luka dà il meglio di sé accanto a un altro attaccante. Io lo facevo giocare in un 4-4-2 insieme con un centravanti boa. Inoltre a Madrid c’è Benzema, uno da 30 gol a stagione, imporsi sarebbe stato tosto per chiunque“.
Sulla sua personalità: “Ce l’ha sempre avuta. In allenamento cercava il dribbling, la giocata, il tunnel. In rosa c’era Ruben Dias, oggi titolare nel City, centrale roccioso. Luka cercava sempre l’uno contro uno con lui. Gli chiesi come mai, mi rispose che avrebbe migliorato solo contro i top“.
Sul suo carattere: “Non aveva spazi. C’erano Jonas, Raul Jimenez, Mitroglou. Con me segnò 4 gol in 18 presenze. Luka è veloce negli spazi aperti, forte in quelli stretti, imprevedibile. Per spronarlo gli dicevo che era il nostro Aguero. Si è dimostrato timido, poco motivato, non faceva mai gruppo, solitario. Una volta lo presi da parte per dirgli di giocare di più con la squadra, di metterci l’anima, di non pensare solo alla giocata o al gol. Lui disse di sì, ma poi tornò a fare ciò che faceva prima. Non lavorava abbastanza. Tuttora è un grande rimpianto, e forse è anche colpa mia se dopo 18 mesi è andato all’Eintracht“.
Sul debutto: “Ricordo il debutto con il Benfica B, in casa con il Covilha. Era arrivato da un mese. A metà primo tempo calcia una palla in porta da trenta metri e scheggia la traversa. Pensai, “ma questo da dove è arrivato?”. Quando decideva di giocare era imprendibile“.
Ancora sul suo possibile arrivo al Milan: “Al Milan potrebbe diventare grande sul serio. Il calcio italiano è tosto, fisico, ma dopo aver giocato bene in Bundesliga puoi andare ovunque. Ha mezzi straordinari“.