Dopo le polemiche (ancora non placate del tutto) degli scorsi giorni, con partite rinviate e squadre con decine di casi Covid, ecco le nuove norme che regoleranno da qui ai prossimi mesi il campionato di calcio. Come evidenzia La Gazzetta dello Sport, infatti, è stato trovato l’accordo per la bozza di Governo dopo il vertice con Coni e Federazione Medico-Sportiva. L’obiettivo è quello di ridurre la discrezionalità delle Asl per consentire una gestione uniforme dei casi di positività Covid nei campionati di vertice di calcio, basket e pallavolo, sottolineando la validità della circolare della quarantena soft, che consentì la ripartenza della serie A dopo il lockdown, permettendo ai contatti stretti dei positivi di continuare ad allenarsi e di giocare le partite.
Nella bozza, destinata dopo l’appuntamento con la conferenza Stato-Regioni a passare al vaglio del Cts prima di diventare una circolare del ministero della Salute, si fissa anche una nuova asticella: al raggiungimento di una soglia di positività Covid fra i calciatori/atleti del gruppo squadra, la partita sarà rinviata, e si sarebbe trovato un compromesso al 35%. L’espressione “gruppo squadra” sarebbe da leggere senza l’inclusione dei Primavera. Un passaggio che lo rende decisamente diverso da quanto disposto dalla Lega di serie A, che invece aveva fissato un altro limite: con 13 calciatori maggiorenni non positivi al Covid, pure se si tratta di Primavera, si può giocare la partita. Ecco perchè i club si riuniranno domani per rimodulare il protocollo della Lega.
C’è un’altra linea guida che dovrebbe limitare la discrezionalità da parte delle Asl: chi è protetto da una dose vaccinale negli ultimi 120 giorni, non verrebbe fermato, dovrebbe però “autosorvegliarsi”. Chi invece ha avuto l’ultima somministrazione da più di 120 giorni, va in quarantena soft (quindi può giocare le partite) per tre giorni e non in isolamento per 5 giorni (come previsto per tutti i cittadini).