Il Diavolo ha rinunciato da quasi un decennio alla storica sede di via Turati. Dal 2014 a Casa Milan non solo si svolgono le grandi operazioni dirigenziali rossonere, ma è diventato anche un ritrovo per tifosi e appassionati di calcio. Barbara Berlusconi ha parlato così al Corriere della Sera di Portello e della nuova sede.
“Il mio obiettivo era quello di dotare i tifosi rossoneri di una casa. Molto più di una semplice sede. Puntavo a fornire un percorso emozionale e di intrattenimento per tutti coloro che ambivano a entrare in contatto con la storia e i valori del nostro glorioso club. Certo, nella vecchia sede abbiamo lasciato il cuore. Ma una società proiettata verso il futuro aveva l’assoluta necessità di poter contare su uno spazio innovativo, aperto alla città e al mondo. Proprio in quegli anni il calcio si stava trasformando. Conti in ordine, aumento dei ricavi, valorizzazione del brand e la creazione di una media company non erano più temi lontani o solo per addetti ai lavori ma rappresentavano le esigenze fondamentali per un club all’inseguimento della modernità“.
“La scelta del Portello è stata coraggiosa, ma il Milan ha una responsabilità verso la città, oltre il calcio. Per questo ho voluto che offrisse un contributo in termini di riqualificazione del quartiere. Quando abbiamo inaugurato Casa Milan sognavo di vedere la piazza piena per festeggiare uno scudetto. Ecco perché a maggio mi sono proprio emozionata. Speriamo che la festa sia stata la prima di una lunga serie“.
Una vera e propria azienda all’avanguardia, che conta 90 assunti negli ultimi 4 anni e 230 dipendenti. All’interno poi c’è di tutto: il museo, il bistrot e lo store, aperti tutti i giorni. Dal 13 agosto (prima giornata di campionato) a oggi, il Museo è stato visitato da 57 mila persone. Roberto Masi, Chief Business Officer del club, aggiunge: “Vogliamo diventare una destinazione per chi arriva in città. Dal momento che attorno a San Siro non ci sono bar e negozi e molti nostri spettatori giungono a Milano da Veneto, Puglia e Marche, prima del match vengono qui. Bevono un caffè al bistrot, ammirano la sala coppe del museo, acquistano un gadget in attesa della partita e magari incontrano Franco Baresi. Abbiamo l’ambizione di trasmettere vicinanza e apertura ai nostri tifosi“.
