La crescita tecnica e di personalità di Calhanoglu è ormai un’evidenza lapalissiana da cogliere. La prova di ieri sera nei secondi 45 minuti da subentrato, è solo l’ultima di una serie importante di partite nelle quali il 10 rossonero risulta a tutti gli effetti determinante. I numeri ci sono e vanno presi in considerazione; nelle ultime 12 sfide Hakan ha contribuito con 8 gol e 9 assist, pertanto è stato protagonista diretto in 17 segnature (sulle 32 totali).
Le statistiche danno una grossa mano a comprendere il valore di un giocatore, ma al solito non dicono tutto. Non dicono per esempio che da qualche mese Calha è un punto di riferimento in campo e nello spogliatoio. I compagni si fidano e lo cercano continuamente perchè sanno che la luce l’accende sempre lui e non solo in fase di possesso. E’ atleticamente uno dei migliori e coi suoi strappi di pressing alto si trascina la squadra agevolandola nella salita e facendole guadagnare 15-20 metri di baricentro. Il resto lo fa la fiducia mentale che ora gli consente di poter calciare in porta per segnare e metter una palla in mezzo che vada solo spinta.
Gioca leggero e sciolto. E’ un leader. Lo scettro gliel’ha consegnato Zlatana, ma lui lo sta maneggiando con sapienza. On the pitch si parla la sua lingua. Detta ritmi e tempi e tutti lo seguono. Contro lo Spezia è stata solo la conferma di un trend consolidato, ma è stato bello da tifosi ammirare la consapevolezza con la quale ha gestito il secondo tempo, sapendo di poterlo comandare. Potrà sembrare lesa maestà, ma è dai tempi di Seedorf Clarence che non si vedeva un’onnipotenza tecnica con la 10 del Milan.