Zorro aveva ragione su tutto. A distanza di sei mesi da quella famosa intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport – quella che gli è costata il posto all’interno della dirigenza rossonera -, il croato è uscito allo scoperto sempre attraverso la Rosea. E ovviamente è tornato sul famoso episodio: “Tornassi indietro rifarei lo stesso, non posso accettare di essere lo specchio di me stesso”.

Ricordate no? Le accuse nei confronti di Gazidis, il quale aveva – a suo dire e non solo – già stipulato un accordo con quello che avrebbe dovuto essere il nuovo allenatore rossonero, Ralf Rangnick, senza prima consultare l’area tecnico-sportiva, composta dallo stesso Boban e Paolo Maldini. Accuse pubbliche che hanno causato la rottura con l’AD ex Arsenal e la conseguente risoluzione contrattuale di Boban con il club di via Aldo Rossi.

A febbraio, oltre che per i modi utilizzati nel caso specifico, veniva più facile dare in qualche modo contro al croato: un decimo posto in classifica fino a lì guadagnato, l’esonero di Giampaolo, una sonora pappina a dicembre contro l’Atalanta, un mercato estivo (eccezion fatta per Theo Hernandez, esploso da subito) ancora tutto da decifrare. Lamentarsi pareva fuoriluogo per chi fin lì aveva praticamente sbagliato tutto. Il post-Covid però ha ribaltato tutto: Ibra (fortemente voluto proprio da Boban) faro imprescindibile e decisivo, Pioli confermato dallo stesso Gazidis dopo una serie di 12 risultati utili consecutivi, Bennacer, Rebic e Kjaer (tutti acquisti suoi) sugli scudi.

Con il senno di poi, dunque, Boban e Maldini hanno sbagliato quasi nulla. E come ribadito stamani dallo stesso croato, hanno finalmente creato le basi per un nuovo Milan, vero e solido. All’insegna della continuità, unica medicina possibile per questa squadra. La scelta di Ragnick – anche se Zorro questo non poteva prevederlo -, dopo lo stop formato e la relativa compressione del calendario e così anche dell’attuale sosta prima della prossima stagione, sarebbe stata una mossa azzardata, impropria considerando il contesto. Quindi aveva ragione lui. La ragione – come dice un antico proverbio – serve solo ad una categorie di persone e purtroppo non prevede il reintegro in società. Che meriterebbe però e che tutti i tifosi rossoneri si augurerebbero.

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