Il portiere del Milan, Asmir Begovic ha rilasciato una lunga intervista al tabloid inglese Daily Mirror per parlare della situazione Coronavirus nel calcio italiano: “Deve esserci una soluzione e speriamo che i decisori la vedano in questo modo: dobbiamo finire la stagione, secondo me. Sarà in un modo diverso, ma ci deve essere un modo positivo per porre fine a tutto questo. Prima di tutto dobbiamo chiudere tutto, tenere questo virus sotto controllo, mettere tutti in forma e in salute e penso che prima tutto verrà chiuso, prima sarà tutto finito. Il prosieguo del campionato? Non mi piace quando le persone parlano di annullamento, non mi piace a porte chiuse perché i fan vogliono vederci in campo. Deve esserci un modo per decidere le cose “sul campo”: promozione, retrocessione, posti in Champions League, scudetti, e questo è il modo in cui dobbiamo farlo. È un momento difficile per tutti, specialmente qui in Italia, ma penso che il calcio può davvero riportare gioia alle persone“.
Begovic prosegue: “Con le porte chiuse le persone perdono l’esperienza, il calcio è una religione, una cultura, un modo di vivere. E’ stato strano giocare a porte chiuse, a San Siro sei abituato ad avere i tifosi, che sono un vantaggio perchè ti spingono e ti supportano. Invece era tutto così tranquillo: il brusio non c’era, l’adrenalina non c’era e sicuramente faceva male essere la squadra di casa. Ne parlavamo con i giocatori dell’altra squadra e non è stato neanche divertente. Preferirei ritardare la ripresa, ma coinvolgere i fan. Il gioco come lo conosciamo, è con i fan, fanno parte dell’intero pacchetto. A noi calciatori piace giocare, anche ogni tre giorni anche perchè ora ci siamo riposati“.