Dopo il terremoto mediatico avvenuto sabato 12 novembre, l’AIA ha già emanato un comunicato sul proprio sito ufficiale, attraverso il quale possiamo capire la reazione interna e la posizione a riguardo.
“L’Associazione Italiana Arbitri prende atto con sorpresa e sgomento delle notizie diffuse a mezzo stampa relative all’arresto del Procuratore Rosario D’Onofrio. Ci teniamo a ricordare che per assumere la qualifica di arbitro, l’interessato deve dichiarare l’assenza di procedimenti penali nonché di condanne superiori a un anno per reati dolosi in giudicato. Ai sensi dell’articolo 42 del vigente Regolamento AIA gli iscritti devono rispettare le norme del Codice etico nonché astenersi dall’assumere atteggiamenti lesivi dell’immagine dell’AIA. L’articolo 42 infine impone l’immediata comunicazione al Presidente di Sezione di avvisi di garanzia, pendenze di procedimenti penali e misure restrittive della libertà personale.
Tutto ciò non è mai accaduto. Apprendiamo invece solo oggi dai mezzi d’informazione che il signor Rosario D’Onofrio sarebbe stato arrestato nel corso del 2020, non comunicando addirittura tale provvedimento restrittivo della libertà personale mentre già ricopriva l’incarico di componente della Commissione disciplinare nazionale
A seguito dell’elezione della nuova governance, avvenuta il 14 febbraio 2021, in continuità e in considerazione della sua lunga esperienza acquisita, è stato nominato Procuratore.
L’Associazione Italiana Arbitri è stata quindi vittima ed indotta in errore con una gravissima e dolosa omissione di comunicazioni previste dal Regolamento associativo. Un vero e proprio tradimento che ha creato un serio danno d’immagine a tutta l’AIA che, è bene ricordarlo, non ha a disposizione poteri istruttori per esercitare un’opera di verifica e controllo di quanto dichiarato dagli associati.
Un aspetto questo che dovrà essere oggetto di un’attenta valutazione e di eventuali nuove misure operative per non ritrovarsi in futuro in situazioni simili.
L’AIA di concerto con la FIGC tutelerà in ogni sede e con grande fermezza la sua onorabilità rispetto ai gravissimi reati commessi dal sig. Rosario D’Onofrio, tanto più gravi in ragione del ruolo assunto nell’Associazione“.