La parabola di Davide Bartesaghi è una classica storia dei tempi d’oro di Milanello: un ragazzo milanista cresciuto nel settore giovanile che quando pronto ha fatto il suo esordio con la prima squadra del Milan per poi prendersi la titolarità.
Un percorso con il Milan nelle vene
Il classe 2005, figlio di una famiglia milanista, è arrivato nel settore giovanile rossonero molto piccolo e ci ha fatto tutta la trafila fino a diventare capitano della Primavera. Qui la sua strada si è leggermente separata da chi come lui è arrivato tra i grandi partendo dalle giovanili perché ha dovuto fare un nuovo step intermedio: Milan Futuro.
Lo scorso anno il laterale mancino, spesso impiegato braccetto sinistro da Bonera e Oddo, ha avuto qualche occasione con la prima squadra, ma ha soprattutto giocato tanto in Serie C con l’Under 23. Un’esperienza che nonostante la retrocessione gli ha insegnato tanto e l’ha fatto crescere sia in campo che fuori.
Bartesaghi: il lavoro al centro
La storia del giovane rossonero è una di quelle da raccontare: non sempre considerato tra i più forti della sua età si è ritagliato spazio lavorando e crescendo ogni giorno fino a diventare un titolare sia nelle giovanili rossonere che in quelle nazionali.
Un percorso per alcuni inaspettato, ma per chi l’ha seguito dai primi anni inevitabile perché alla fine nel calcio la costanza e la serietà pagano.
Un sogno si è avverato, ora ne resta un altro
Il primo sogno di Davide Bartesaghi, giocare con la maglia del Milan, si è decisamente avverato: Massimiliano Allegri l’ha prima tenuto come vice-Estupinan e l’ha poi promosso a titolare sulla fascia sinistra, anche nei big match.
Ora resta da esaudire il secondo: un chiamata, e poi una presenza, con la nazionale maggiore. Un sogno, un obiettivo importante che però non allontanerà il suo focus dal Milan e dai prossimi decisivi match.


