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Alti tatticamente e presuntuosi: la lettura difensiva del Milan va rivista, tornando alla semplicità

Ridimensionati. Quando il Milan ha salutato tutti a Genova prima della seconda pausa per le Nazionali della stagione, non c’era lontanamente idea di questo momento nero. Sì, che poi in realtà momento è un parolone: sono due partite perse contro avversari di grande livello. Ma il punto non è nemmeno il risultato, che può arrivare nelle altre trenta e passa partite stagionali. Il punto è che per arrivarci a quel risultato bisogna limare i soliti, noiosi errori.

Perché spesso capita di avere un déjà vu. Prendi la partita con la Juventus: Thiaw viene espulso per un intervento lontano dalla porta, preso in ripartenza. Giallo al Parco dei Principi per lo stesso identico motivo. E, dispiace dirlo, ma è un evento che continuerà ad accadere finché l’idea di gioco è quella di prendere alti il singolo che può infastidire in velocità. Lo dice Seedorf, lo dice Capello: beh, manca una terza prova, che un Federico Parolo qualunque non può accertare.

La terza prova di cui sopra è il campo, che parla tanto. Accade anche di vedere partite con un approccio sbagliato…per un anno intero. Prendere l’Inter in alto, aspettando il loro contropiede letale non si è mai rivelato corretto. Kjaer ad 80 metri dalla porta per provare a stringere su Lautaro è brutto brutto, perché rendi prevedibile il gol successivo di Thuram. E qui risuonano le parole dell’ex tecnico dette dopo il fischio finale a Parigi: “Il Milan non può essere presuntuoso e giocare sempre uomo contro uomo. Non puoi rimanere due contro due in occasione del primo gol“.

Il Diavolo prende gol perché fuori posizione. Bella l’idea di tenersi sempre alti per avere un dominio territoriale, ma oggettivamente difficile da realizzare. I centrali devono essere difensori, appunto, centrali (alla Lapalissiana). Molto spesso capita di vedere l’uno contro uno prontamente perso sui 50 metri, e Maignan arrivare al miracolo. E anche in questo caso, un intervento TV dell’ex giocatore arriva in soccorso: “Quando giochi contro queste squadre non puoi giocare allo stesso modo in cui giochi in Serie A, che non è al livello. Non puoi permettertelo. Le azioni pericolose spesso arrivano perché in tanti sono fuori posizione“.

In un momento difficile bisogna ritornare alle basi del calcio. Per alcuni fastidioso e brutto da vedere, ma un bel po’ di puro difensivismo deve tornare ad esserci. Perché ora arriva il Napoli fuori casa, e conoscendo i tre tenori là davanti non si può concedere un metro in velocità. Il presuntuoso Milan citato prima può farsi vedere ancora, soprattutto con questa squadra ottima a livello tecnico. Ma le nuvole che aleggiano su tifosi e Milanello possono essere allontanate proteggendosi: basta aprire l’ombrello e non andare in giro a maniche corte, che a novembre ci si ammala.

PSG-Milan: Ousmane Dembélé e Fikayo Tomori (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
PSG-Milan: Ousmane Dembélé e Fikayo Tomori (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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