A Milanello è stato e sarà sempre Chicco, oggi campione d’Europa come allenatore in seconda della Nazionale. Recentemente incoronato anche come icona di stile, per la sua eleganza, l’occhiale trendy e il pizzetto ‘da spadaccino’, come descritto da GQ Italia alla vigilia della finalissima di Wembley. Ma Evani, per i giovani che non lo conoscessero, per il Milan e non solo è stato molto molto di più.
Approdato in rossonero a 14 anni, ha concluso la trafila delle giovanili, esordendo poi in prima squadra nell’anno della serie B nella stagione 1980-81.Con la nostra maglia ha giocato 13 annate, vivendo in sostanza tutte le emozioni possibili, dalla serie cadetta come anticipato poco fa, fino al tetto d’Europa e del Mondo, titolare e protagonista. Perfetto interprete del ruolo di esterno di centrocampo nel 442, dove ha dato il suo meglio, è stato quel che una volta si usava definire jolly, capace di giocare anche come interno sulla mediana o terzino sinistro.
Proprio col mancino, su punizione, nel 1989 nel mese di dicembre decise due finali di Supercoppa. Contro il Barcellona nella gara di ritorno della Supercoppa Europa e contro il Nacional de Medellin a Tokyo per l’Intercontinentale, dove battè Higuita al minuto 119′ del secondo tempo supplementare, grande momento storico del Diavolo di Berlusconi.
Da allenatore ha iniziato la trafila con gli allievi del Milan e poi la Primavera, prima di passare alle under della nazionale italiana. Dal 2018 è nello staff di Mancini come secondo. I due son stati compagni nella Samp dal 1993 al 1997, e assieme hanno vinto la Coppa Italia del 1994. Da oggi potranno aggiungere una nuova voce al palmares, più importante e leggendaria.