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Quali sono le impressioni dei media sul rinnovo della M&M? Perché non tutti colgono il lavoro e lo stile Maldini?

Sono i primi giorni di quello che sembra un nuovo corso rossonero, perché se è vero che Maldini e Massara resteranno ai loro posti, è altrettanto vero che cambiando l’azionista e con così tante settimane di trattativa per i rinnovi, è plausibile che vi saranno strategie con sfumature differenti dalle ultimissime.

Media e stampa stanno portando avanti le loro riflessioni in merito a questi prolungamenti, specialmente quello di Maldini, perché come naturale che sia è lui in copertina. Lo è stato da giocatore, lo è stato da Capitano e lo è oggi da dirigente, a maggior ragione dopo lo Scudetto appena conquistato.

Nelle tante parole spese in queste 48 ore, riteniamo interessanti quelle su Il Foglio di Giuseppe Pastore, che ha messo in contrapposizione le tante interviste concesse da Marotta nel suo ruolo da AD nerazzurro e specialmente da fine maggio in poi, con silenzio pressoché totale col quale Maldini tende a relazionarsi.

È curioso come l’essere costantemente in prima pagina venga interpretato come unica via per essere influente o in generale efficace. È possibile che un solo titolo vinto non faccia di Paolo un grande dirigente, ma è altresì vero che aver sempre il megafono acceso mentre si fa il proprio lavoro, talvolta è forse più un segno di debolezza che di forza. Parlare parlare parlare per far percepire la propria presenza. Uno stile che non è proprio della famiglia Maldini, questo è chiaro.

Ci sono anche interpretazioni negative in relazione alle bocche cucite del mese di giugno da poco concluso. Infatti per Arianna Ravelli del Corriere, il prolungamento siglato solo l’altro ieri porta con un sé una parziale ‘sconfitta’ per Maldini, che avrebbe voluto poteri così ampi da esser alla stregua di un amministratore delegato, secondo la sua indiscrezione. Un’ambizione di essere un Marotta o un Galliani se vogliamo girarla in chiave milanista.

Resta forse un po’ fumosa come ipotesi, perché in fondo, il figlio di Cesare ha sempre chiesto un contatto più diretto con la proprietà ed un rapporto più trasparente con Gazidis, l’AD appunto, senza sminuirne il ruolo o lasciando intendere di voler quel tipo di funzione. È uomo di campo Maldini, è direttore sportivo a tutti gli effetti, è il primo che rifugge da dinamiche che non facciano direttamente riferimento al gioco. I miglioramenti sul lato sponsor (l’ultimo l’accordo con Puma) sono merito di Gazidis, a Casa Milan lo sanno tutti e Paolo certamente per primo.

L’idea deve essere evolutiva e che guardi al futuro. Una figura ibrida tra campo e sponsor è forse qualcosa più riguardante un calcio un po’ passato. Ecco perché il Diavolo è davvero moderno rispetto ad altro club italiani, ma forse a qualcuno fa comodo non riconoscerlo. Non ancora.

Milan: Maldini e Massara (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Paolo Maldini, Frederic Massara (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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