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Quindi si possono perdere giocatori decisivi (o meno) a zero? Non è solo il Milan a fare strada

Ora tutti hanno compreso che la perdita dei giocatori a zero a fine contratto è una nuova sfaccettatura del calciomercato, anche la parte di Milano più pignola che la sta subendo sulla propria pelle. Con questo non si vuol fare di tutta l’erba un fascio, perché va sempre tutto contestualizzato, ma è una piccola vittoria per chi cercava di farlo capire da quasi un anno a questa parte.

Il Milan ha perso e sta perdendo un totale di 4 giocatori nel giro di 12 mesi: Donnarumma (22), Calhanoglu (27), Kessie (25), Romagnoli (27). La particolarità è che siano tutti sotto i 30 anni, ma solo il portiere è una vera e propria eccezione per l’età. I primi due hanno lasciato nella scorsa estate, la stessa di altri giocatori in giro per l’Europa: Messi (33), Alaba (28), Depay (26), Wijnaldum (30), Sergio Ramos (32), Aguero (32), J.Boateng (32). La media età è più bassa per il club rossonero, ma va sottolineato come tutti (o quasi) questi elementi fossero titolari nelle rispettive squadre.

Nel caso del club rossonero, le ragioni sono differenti. Per quel che riguarda il portiere, è nota a tutti l’offerta onerosa fatta e anche i suoi tentennamenti, fino all’addio che lo ha sorpreso per tempistiche. Il turco, invece, ha deciso di sposare un progetto differente anche e soprattutto per questione economiche: Maldini e Massara non si spingevano oltre i 4/4,5 milioni, l’Inter è andata oltre.

Il discorso che riguarda Kessie è forse diverso, poiché l’ivoriano ha sposato il progetto Barcellona per cifre non proprio esorbitanti, probabilmente deluso dall’offerta rossonera che era comunque importante (oltre i 5 milioni di euro). Romagnoli, infine, ha un ingaggio da 6 milioni di euro che doveva essere ridimensionato. Il giocatore aveva aperto a ciò, ma alla fine la scelta dovrebbe essere stata di cuore e anche per lo spazio che dovrebbe trovare alla Lazio rispetto a quello che troverebbe a Milano.

Parametri zero: chi lascia oggi

Analizziamo gli altri parametri zero in Serie A: Perisic (33), Dybala (28), Insigne (31), Bernardeschi (28), Belotti (28), Vecino (30) e forse Mkhitaryan (33). Questi sono i più importanti. Il primo ha deciso di coronare il sogno Premier League con un ingaggio più oneroso rispetto a quello offerto dai nerazzurri. Per il secondo ed il terzo si è trattata sostanzialmente di una scelta societaria: né Juventus né Napoli volevano spingersi oltre determinate cifre. L’addio di Bernardeschi è arrivato invece consensualmente. Belotti e Mkhitaryan ancora non hanno deciso e per entrambi potrebbe valere più un discorso tecnico che economico. Infine Vecino, separato in casa.

Ricca anche la spesa nel resto d’Europa: Pogba (29), Di Maria (34), Mazraoui (24), Lingard (29), Kamara (22), Christensen (26), Rudiger (29), Origi (27). Sono solo alcuni dei nomi che diranno addio ai rispettivi club al termine dell’annata. Manchester United, PSG, Ajax, Marsiglia, Chelsea, Liverpool: basterebbe questa lista di società per far capire quanto sia diffuso il fenomeno. Anche in questo caso, contestualizziamo.

I due Red Devils: il francese ha scelto di cambiare aria dopo un’esperienza non particolarmente positiva, stessa cosa l’inglese che voleva già andarsene in passato. I due Blues: la vicenda societaria non ha aiutato nelle trattative per i rinnovi e l’instabilità li ha convinti a lasciare. L’argentino dei parigini vuole un altro anno al massimo livello per poi tornare in patria. Il marocchino dei Lancieri vuole fare il salto in una big, così come il francese dell’OM. Infine Origi, promesso sposo al Milan in cerca di maggiore spazio e un ambiente nuovo.

Il Milan non fa strada, ma la situazione è un insegnamento per gli “scettici”

Già il Bayern Monaco, quel Bayern Monaco che il Milan prese come modello d’ispirazione all’inizio della gestione Elliott, perse Alaba la scorsa estate e l’austriaco era un punto fermo. Perdere un giocatore a zero oggi non è un buco vero e proprio di progettazione, ma una scelta della società, talvolta forzata dalle richieste eccessive, altre volte dai tempi e altre ancora dai limiti di budget oppure dalla decisione del calciatore stesso di cambiare aria sfruttando l’occasione propizia.

Tutte le casistiche fin qui esposte supportano questa tesi e ora anche i più scettici, per credenza propria o per scelta, possono cambiare idea. È piuttosto ora di rivedere alcune regole e non permettere alle società di subire un danno simile, economico, tecnico e d’immagine.

Milan-Inter: Theo Hernandez, Ivan Perisic, Marcelo Brozovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Inter: Theo Hernandez, Ivan Perisic, Marcelo Brozovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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