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Napoli-Milan, Donadoni racconta le sfide a centrocampo: “Azzurri con più qualità, ma i rossoneri…”

L’ex centrocampista rossonero ed ex allenatore azzurro Roberto Donadoni ha analizzato sulle pagine odierne della Gazzetta dello Sport le varie sfide che si creeranno a centrocampo in Napoli-Milan. Ecco raccontati i 3 duelli.

Il duello Lobotka-Kessie

Sul partenopeo: “Il mediano del Napoli è una bella sorpresa. Si vede che ha gusto di giocare la palla e sa farlo molto bene per le qualità che ha. A me onestamente non ha mai entusiasmato lo juventino Arthur perché i suoi passaggi sono sempre brevi e abbastanza scontati. Lobotka invece mostra personalità alternando lanci lunghi a palle filtranti e le sue giocate difficilmente sono prevedibili per gli avversari. Una scoperta dopo una stagione scorsa anonima per via di problemi fisici. Si vede comunque che ha anche tanto carattere e che la squadra si fida di lui in fase di impostazione. Non solo, è anche molto bravo nella lettura del gioco altrui e quindi saprà anche come frenare le entrate di Kessie e degli altri centrocampisti“.

Sul rossonero: “E parlando proprio di Franck lui è un ottimo centrocampista, ma da trequartista ancora dobbiamo scoprirlo in tutte le sue qualità. Nel senso che quando sei abituato ad agire 15-20 metri indietro ti devi abituare alla nuova posizione, che però potrà ricoprire benissimo. Ha mezzi tecnici e fisici per farlo. Deve solo migliorare la fase di conclusione dell’azione, capendo i tempi per il tiro o per buttarsi dentro, piuttosto che nella rifinitura per un compagno. Serve tempo ma sono sicuro che ci riuscirà. Mentre nella fase di non possesso le sue capacità di lettura del gioco, lo favoriranno nel pressing su Lobotka e gli altri portatori di palla“.

Il duello Fabian Ruiz-Tonali

Sul partenopeo: “E qui parliamo di assolute eccellenze anche a livello internazionale. Di giocatori che andranno oltre il duello, cercando sempre spazi per sviluppare il loro gioco. Lo spagnolo appare più compassato, ma la palla sa farla girare bene e soprattutto anticipa col pensiero la giocata. Da un certo punto di vista mi ricorda Dunga, ma rispetto al brasiliano Fabian è ancora più forte tecnicamente. E poi ha mostrato di saper essere decisivo. Segna parecchio e quello contro la Lazio, oltre ad essere un gol ‘pesantissimo’ e molto bello, è anche voluto. Perché quando hai i difensori davanti che vanno in scivolata, il tiro deve esser per forza a girare e lui l’ha messa lì dove il portiere non poteva arrivare“.

Sul rossonero: “A me piaceva parecchio, Tonali, sin dai tempi del Brescia. Poi ha pagato il salto di categoria e ci sta. In questa stagione mi ha davvero impressionato per il salto di qualità che ha fatto. Mi ha stupito soprattutto sotto l’aspetto fisico. Ora è molto più potente. E sa farsi trovare in più parti del campo, giocando il pallone con intelligenza. Non voglio fare paragoni ma ora il suo modo di giocare si avvicina a quello di Andrea Pirlo, vale a dire uno dei migliori di sempre nel suo ruolo. E mi auguro possa essere importante anche in Nazionale con Roberto Mancini. La sfida Fabian-Tonali si risolverà soprattutto sull’atteggiamento della squadra, sul baricentro e sulla interpretazione“.

Il duello Zielinski-Bennacer

Sul partenopeo: “Zielinski è il centrocampista più completo, perché interpreta bene entrambe le fasi. Per certi versi mi ricorda Hamsik. Magari è meno finalizzatore rispetto allo slovacco ma più dentro nel gioco della squadra, cui offre qualità e imprevedibilità. Molto bravo nel fraseggio stretto. Perché quando fai tanto possesso è logico che gli avversari si posizionino e restringano gli spazi. Lì il polacco è il più abile di tutti con le sue finte di corpo e il suo palleggio rapido e di qualità con entrambi i piedi. Sa ‘vedere’ giocate che altri manco riescono a pensare ed ha pure un ottimo dribbling secco. In più lo vedo migliorato anche nell’aggressione in pressing alto. Perché quando capisci che rubando palla nella trequarti avversaria tutto diventa più semplice, ci prendi gusto“.

Sul rossonero: “Bennacer all’inizio non mi convinceva. Poi col tempo ha saputo prendere per mano la squadra ed è molto cresciuto nel gioco. Oggi i compagni hanno fiducia in lui e gli affidano il pallone nella costruzione. Certo che se dalle sue parti arriva Zielinski qualche compagno dovrà aiutarlo in marcatura per non rischiare di essere saltato. Servirà che accorci uno dei centrali di difesa, piuttosto che un esterno, secondo la zona di campo in cui ci si troverà. E se l’algerino ribalta l’azione diventa pericoloso“.

Roberto Donadoni
Roberto Donadoni – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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