HomePrimo PianoRivoluzione per i diritti TV 2021: divieto esclusiva streaming per SKY

Rivoluzione per i diritti TV 2021: divieto esclusiva streaming per SKY

In un contesto pandemico è intrinsecamente lecito aspettarsi grossi cambiamenti, a qualsiasi livello, finanziato, economico e sociale. Il calcio e le pay tv che orbitano intorno ad esso, come naturale che sia, non fanno alcuna eccezione. È di ieri infatti la notizia secondo la quale Sky dalla prossima stagione non godrà più dell’esclusiva IPTV per la Serie A.

Per i pochi che non lo sapessero, con IPTV s’intendono i sistemi di segnali televisivi trasmessi su reti informatiche, in particolare su internet. In pratica decadrà già dal 2021 il ‘monopolio’ mascherato da ‘duopolio’ di Sky (con Now TV) e DAZN per il campionato italiano in streaming. Lo ha sancito il Consiglio di Stato.

L’anomalia egemonica che ha caratterizzato le ultime due stagioni calcistiche nel nostro paese, deriva dall’acquisto nel 2018 da parte di Sky, della piattaforma R2 su cui girava Mediaset Premium. Con l’abbandono poi già ad aprile 2019 della piattaforma stessa, Sky aveva attirato l’attenzione dell’Antitrust che ritenne anticoncorrenziale questa doppia mossa. In sostanza Sky acquisì un competitor per poi dismetterne la piattaforma.

La sentenza di ieri dunque apre completamente i giochi per l’acquisto dei diritti della Serie A del prossimo triennio (2021/2024). Comcast Corporation (il più grande operatore via cavo degli Stati Uniti, che ha acquistato Sky nel 2018 da Murdoch), pare sempre meno intenzionato a mettere di nuovo un miliardo di euro per tre stagioni, come fatto nell’ultimo triennio. Tra la pandemia non pronosticabile e il decadimento del diritto di esclusiva IPTV, sembra farsi sempre più strada il fondo britannico CVC. La società finanziaria specializzata in private equity, è infatti pronta a proporre un accordo decennale a partire dal 2021, rivendendo a sua volta i diritti di trasmissione a diversi broadcast, sfruttando il neo mercato libero delle IPTV per il campionato, puntando così a raccogliere oltre di 2 miliardi di euro.

Una cifra astronomica in tempo di crisi per molti settori, che potrebbe far ancora più gola se si pensa che tra i progetti del fondo CVC c’è anche la partecipazione finanziaria per costruzione e manutenzione degli stadi italiani. Una vera e propria rivoluzione, avviata anche paradossalmente grazie al Covid, per un rilancio epocale del sistema calcio italiano a tutti i livelli.

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