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Roma-Milan sarà una partita a tutto campo: il Diavolo dovrà accettarne i ritmi e non snaturare le proprie qualità

Roma-Milan è il big match dell’undicesima giornata di Serie A, una di quelle che possono dire molto sulle reali qualità, ed anche sulle reali ambizioni, di una squadra. I rossoneri ci arrivano con un processo di crescita in fase più avanzata rispetto ai giallorossi, che con Mourinho hanno aperto un nuovo ciclo e che restano una formazione sicuramente molto temibile, nonostante al momento siano distanti nove punti in classifica. Quella che andrà in scena tra poco più di tre ore allo Stadio Olimpico di Roma, sarà una sfida aperta, tra due squadre che fanno della ricerca del gioco il proprio mantra. Già, perchè in questi ultimi tempi anche Mourinho sembra aver cambiato modo di allenare: il portoghese non è più l’allenatore “risultatista” dei tempi dell’Inter, e quest’anno in alcune partite ha anche rischiato di perdere pur di provare a vincere.

Roma-Milan, una sfida “a tutto campo”

Il Milan dovrà dunque prestare grande attenzione, in un match che prevede duelli roventi praticamente in ogni parte del campo: al centro (Abraham-Tomori, Pellegrini-Kessie, Mancini-Ibrahimovic) e sulle fasce (Zaniolo-Theo, Leao-Karsorp, Calabria-El Shaarawy). E chiaro che la squadra che riuscirà a portarne dalla sua parte il numero maggiore, avrà le possibilità più concrete di vincere la partita. Una partita che assume grande importanza per la classifica, indipendentemente dal risultato del Napoli, in campo in questi minuti contro la Salernitana: la vittoria dell’Inter ha certificato che al momento la corsa scudetto è limitata alle tre squadre che attualmente sono sul podio della Serie A; il pareggio in Atalanta-Lazio e soprattutto la sconfitta della Juventus a Verona mettono il Milan nella possibilità di scavare, in caso di vittoria questa sera, un solco molto profondo tra sé e, appunto, la Vecchia Signora, la Dea e le romane.

I rossoneri non dovranno mai uscire dalla partita

Sin dal momento del fischio d’inizio dell’arbitro Maresca, e fino alla fine della contesa, sarà fondamentale che il Milan resti sé stesso, non rinunci cioè a puntare sulle armi che da un anno e mezzo a questa parte lo stanno tenendo ai vertici del nostro calcio: velocità, ritmi elevati, grande movimento di tutti gli interpreti. I rossoneri, se hanno imparato qualcosa dalle sofferte vittorie contro Verona, Bologna e Torino, è proprio il fatto di non potersi permettere di uscire dalla partita, come invece accaduto nel primo tempo contro gli scaligeri e nei secondi contro felsinei e granata. Servirà testa e concentrazione lungo tutto l’arco dei 95 minuti, senza pensare al Porto o al derby di domenica prossima.

Twitter: @Juan__DAv

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