Le parole del tecnico dell’Atalanta, forse più che qualsiasi altre, hanno certificato la crescita del Milan. Per molti questi risultati non hanno spiegazioni razionali, altri forse non li pesano a dovere, per altri ancora i rossoneri in pratica da un anno e mezzo “overperformano”.
Tre scontri diretti nelle prime sette gare di campionato, due dei quali fuori casa, 7 punti di bottino e prestazioni importanti. Gasperini si è soffermato proprio su questo e ha evidenziato di aver visto un Milan forte con caratteristiche che nessuno ha in Italia.
C’è una narrativa per cui a calcio bene giochi in sostanza solo l’Atalanta, ma tatticamente nelle ultime due sfide a Bergamo, Pioli ha dominato portando a casa due vittorie pesanti. La scorsa stagione per una settimana è sembrato fondamentale centrare il secondo posto per i premi della Lega, poi non se n’è più sentito parlare, mentre ieri, senza un quarto d’ora poco spiegabile di Di Bello, parleremmo di uno 0-3 senza appello, con gli orobici lontani 8 lunghezze.
A proposito di Di Bello; il suo finale di gara non è stato molto comprensibile. Un metro di giudizio diverso da una metà campo e l’altra. Da una parte grande severità dall’altra permissività, con fischi e cartellini un po’ a senso unico. Non aiutato peraltro dal var che nell’occasione del rigore offre all’arbitro la peggior immagino, quando la
camera opposta fa vedere che c’è almeno una deviazione col ginocchio dello stesso Messias prima che il pallone caramboli velocissimo sul braccio. Sul 2-3 poco da dire perché episodio netto sia in presa diretta che al replay.
Se in Europa gli episodi hanno fatto raccogliere zero al Diavolo, in Serie A anche dopo una batosta come quella contro l’Atletico martedì, i valori della squadra hanno prevalso più di quanto dica il punteggio. Non è dunque il caso, ma è crescita. Basti pensare che Tonali, Diaz e Leao, tre riserve o giocatori scostanti l’anno scorso, oggi sono protagonisti assoluti.