HomeIn evidenzaPioli non cerca alibi: va trovata la causa degli infortuni

Pioli non cerca alibi: va trovata la causa degli infortuni

Stefano Pioli non ha usato troppi giri di parole per spiegare che quello degli infortuni è un problema che forse in parte si poteva evitare. “Sono stati troppi, sicuramente ci sono delle giustificazioni mentre in alcuni casi qualcosa ci è sfuggito e non dovrà capitare più – ha spiegato oggi in conferenza stampa il tecnico del Milan -. Ci stiamo lavorando, non siamo soddisfatti di questi numeri malgrado la preparazione veloce, le tante partite e il Covid”. Già, perché domani a Firenze non ci saranno sicuramente Calabria, Romagnoli, Leao, Rebic (squalificato), Mandzukic e Maldini. La lista, com’è evidente, comprende molti uomini dell’attacco al punto che la scelta di ripresentare Ibrahimovic dall’inizio non è solo un’opportunità, ma una necessità.

La comunicazione di Pioli lascia intendere che non esistono alibi. Se qualcosa è stato sbagliato nella preparazione, sarà corretto. Ma adesso ci sono undici partite che, di fatto, rappresentano undici finali per provare ancora a contrastare la cavalcata dell’Inter e, soprattutto, per consolidare la posizione tra le prime quattro in classifica che spalancherebbe le porte alla prossima Champions League. Per caricare la squadra, alla luce dell’amara eliminazione dall’Europea League, non potevano che pensarci lo stesso Pioli e Ibra che proprio nei giorni scorsi aveva sottolineato ancora una volta come il discorso scudetto fosse ancora aperto. “Le sue parole mi sono piaciute – ha commentato oggi l’allenatore -. Mancano undici partite siamo lì in piena lotta e dobbiamo provare a vincerle tutte”.

La sosta, preferibilmente senza intoppi, porterà ossigeno per recuperare infortunati e incerottati vari. Non solo. Bennacer, fin troppo fresco di recupero, può beneficiare della pausa per ritrovare la forma ideale per l’ultimo forcing. Ci sarà anche la lucidità per comprendere che cosa abbia di più influito sull’affollamento dell’infermeria: le troppe partite fin qui disputate (43, considerando i tre turni preliminari di Europa League) e il tipo di gioco dei rossoneri, di sicuro logorante alla lunga tra scatti, rincorse e impostazione prevalentemente offensiva.

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