Tutto porta a Luciano Spalletti. Anzi, sarebbe meglio dire “riporta”. I tifosi rossoneri ricorderanno bene, infatti, come all’epoca dell’esonero di Marco Giampaolo il nome del tecnico toscano ex Inter fosse in cima alla lista dei desideri della triade Gazidis-Maldini-Boban. Lo scoglio fu quello della rescissione del contratto che lega ancora Spalletti ai nerazzurri per una cifra pari a 5,4 milioni di euro a stagione (bonus compresi). Accordo che scadrà tra più di un anno, ovvero il 30 giugno 2021. Il problema, dunque, si ripresenterà quando il Milan si metterà nuovamente a trattare il suo ingaggio. E ci sarà da fare non pochi conti con il bilancio, visto che la voce “allenatori” pesa sempre di più.
Il club rossonero potrebbe ingaggiare Spalletti per una cifra non troppo distante dai 5 milioni stagionali che gli garantiva l’Inter. Numeri ben più alti rispetto a quelli che in via Aldo Rossi si sono abituati negli ultimi anni a sborsare tra Montella, Gattuso, Giampaolo e Pioli. Se anche si raggiungesse un accordo su una cifra più bassa (4 milioni?), l’ostacolo dell’anno residuo rimarrebbe tutto, visto che tra Spalletti e l’Inter i rapporti sono tutt’altro che idilliaci. Ricorderete la frase rivolta a Marotta: “Se date 12 milioni a Conte, perché non potete darne 5 a me?”. La sensazione è che o l’Inter o il Milan dovranno mettere mano al portafogli per garantire la buonuscita richiesta da Spalletti. Se anche i nerazzurri fossero disposti a chiuderla, per il Milan si aprirebbe un nuovo contratto da almeno 4 milioni stagionali.
A questi soldi vanno aggiunti quelli di Stefano Pioli, il cui contratto scadrà nel giugno 2021, per una cifra di 2,5 milioni netti. Tra l’attuale tecnico e la società esiste un accordo di eventuale rescissione amichevole qualora non venga raggiunta la qualificazione alle coppe europee. Su questo punto non è chiaro se la condizione sia fissata sulla Champions o sull’Europa League. Nel primo caso, qualora e quando riprenderanno i campionati, potremmo già considerare concluso il rapporto. Nel secondo caso, invece, le possibilità che Pioli onori le condizioni del suo contratto sono più che buone.
Infine, non va dimenticare Marco Giampaolo, anch’egli sotto contratto fino a giugno 2021 per altri 2 milioni di euro netti all’anno. C’è chi giura nel suo carattere tutt’altro che bellicoso. Ergo: qualora per lui arrivasse un’offerta interessante, automaticamente la rescissione del contratto col Milan diverrebbe alquanto pacifica. Va ricordato, però, il suo addio: pochi punti, zero gioco, ma anche poco tempo per incidere. E la “macchia” indelebile di un esonero al primo grande test in una big. Capitò anche a Giampiero Gasperini, ai tempi dell’Inter (esperienza di poco più di un mese senza una vittoria). Proprio lui che oggi si culla nei successi impronosticabili della sua bellissima Atalanta.
Il rischio concreto è che da giugno 2019 a giugno 2021 il Milan scriva sul suo bilancio 5 milioni netti del biennale di Pioli, altri 4 per quello di Giampaolo, ulteriori 4 dell’ipotetico nuovo contratto di Spalletti (senza esborsi per buonuscite). Aggiungiamo i 2,5 milioni netti liquidati allo staff di Rino Gattuso che rinunciò al suo ingaggio a fronte dell’impegno che venissero onorati gli stipendi ai suoi collaboratori. Totale: 15,5 milioni netti in due anni, pari a circa 31 lordi. Non valeva la pena prendere già un anno fa un top manager?
