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Paolo Scaroni, il Milan, la figura barbina e la necessità (sentita solo da lui…) di rivedere le ambizioni

Milan e Paolo Scaroni sotto i riflettori, non solo per le prestazioni sul campo ma anche per le strategie fuori dal rettangolo di gioco. Dopo l’ultima gara contro il Monza, che ha sollevato più di un interrogativo sulla condizione attuale della squadra, e le vicende legate alla nota ANSA sullo stadio e l’eventuale telefonata all’Inter, si palesa un quadro complesso che merita un’analisi profonda.

Paolo Scaroni, o della necessità di rivedere al ribasso le ambizioni del Milan

Le recenti dichiarazioni del presidente Paolo Scaroni, rilasciate in occasione dell’intervista prepartita di Monza-Milan a DAZN, gettano luce su un’ambizione dichiarata di qualificarsi per la Champions League come obiettivo per la stagione 23/24. Questo, però, sembra ridimensionare le aspettative di una società dal ricco palmarès come il Milan, soprattutto in un contesto dove la rivalità storica con l’Inter assume contorni sempre più definiti, non solo in termini di risultati sportivi ma anche nella lotta per un primato infrastrutturale, come quello legato al nuovo stadio.

La questione stadio, il non ritorno indietro e… l’Inter

La questione dello stadio, con il Milan che si muove tra il progetto di San Donato e la possibile ristrutturazione di San Siro, rappresenta un tassello fondamentale nella strategia di rilancio del club. La scelta di investire 40 milioni di euro in terreni a San Donato sottolinea la volontà di guardare avanti, pur non chiudendo del tutto la porta a una ristrutturazione di San Siro, seppur condizionata da garanzie formali sulla continuità dell’utilizzo dell’impianto.

Tuttavia, la vera questione che emerge dalle parole di Scaroni è la necessità, per ora nascosta, per il Milan di elevare le proprie ambizioni. La qualificazione in Champions League non può e non deve essere l’unico obiettivo per una squadra della sua statura. L’Europa e il mondo intero guardano al Milan come a un club capace di dettare il passo non solo in Italia ma anche sul palcoscenico internazionale. In questo senso, limitarsi a obiettivi minimi rappresenta un ridimensionamento non in linea con la storia e l’identità milanista.

Il monopolio dell’Inter

Di fronte al monopolio dell’Inter sulla Serie A, sottolineato dallo stesso Scaroni, il Milan ha l’urgente necessità di elaborare e comunicare una visione più ampia e ambiziosa, che vada oltre la semplice qualificazione in Champions. È necessario un piano strategico che includa investimenti mirati sul mercato, una valorizzazione continua del settore giovanile e una gestione economica oculata ma anche coraggiosa, capace di sostenere le ambizioni sportive.

E mentre il Milan naviga tra questioni sportive e infrastrutturali, il messaggio che deve emergere è chiaro: l’obiettivo per il futuro deve essere ben più alto della semplice partecipazione alla Champions League. La storia, i tifosi e il contesto competitivo richiedono una visione che riporti il Milan non solo al vertice del calcio italiano ma anche europeo. È tempo di rivedere le ambizioni e di agire di conseguenza, per non rimanere intrappolati in una narrazione che non rende giustizia a uno dei club più titolati e amati al mondo. Con o senza, spiace dirlo, Stefano Pioli.

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