Leggendo la lista dei convocati della gara col Monza, sembrava complesso pensare ad un Milan con la difesa a tre. Avendo a disposizione come centrali difensivi solo Tomori, Kjaer al rientro e il giovane Simic, preparare una partita con questo schieramento pareva una forzatura.
Invece quella che era apparsa come provocazione da vigilia, o semplice esperimento d’allenamento, si è rivelata la strategia reale, e tutto questo nonostante vi fossero pochi giorni tra il match di Newcastle e la gara coi brianzoli.
Al netto dei tanti aggiustamenti in corso d’opera – Fikayo è partito sul centro destra, ha continuato sul centro sinistra dopo l’infortunio di Pobega e concluso da centrale dopo l’uscita di Simon – il nuovo modulo ha pagato dividendi. Un clean sheet mancava da quasi un mese ed in stagione solo col Toro il Milan ha chiuso una partita con tre gol di scarto.
Ma non è tutto oro quello che è clean. Osservando lo sviluppo dei 90 minuti e le statistiche, si è notato come, al di là della densità di uomini davanti a Maignan, il Diavolo abbia concesso diversi tiri pericolosi. Una difesa più bassa e più statica non ha affatto evitato un lunch match sereno a Mike, anzi. Tuttavia ha consentito ai rossoneri di poter aver tanto campo per le proprie ripartenze e questo ha contribuito a chiudere i conti.
Si è vista spesso la linea dichiaratamente a 5 e il principio è chiaro. Ci sono 7 squadre che hanno preso meno o gli stessi gol del Milano in Serie A e questo trend deve aver scatenato riflessioni. D’altra parte in Italia si sa che più spesso vince chi ne prende meno.
Forse non è il roster ideale per questo modulo, forse non era nemmeno il momento o l’avversario giusto, ma la mossa ha dato una scossa che potrebbe esser interessante per il prossimo futuro.
