Ha già superato questo momento. Yacine Adli sa cosa vuol dire scalare le posizioni, ed in due anni di Milan non ha avuto enormi chances di brillare. C’è stato un periodo, però, in cui questa stagione ha potuto parlare la sua lingua. In campo il numero 7 ci è stato, si è guadagnato una standing ovation da San Siro ed ha giocato in Champions League con padronanza sul rettangolo di gioco.
Fino ad oggi, quando sui giornali e nelle opinioni dei tifosi si legge: “Adli è sparito ancora“. Lui risponde alla solita maniera, da tifoso. Sui social posta una foto in tenuta rossonera, con la scritta: “Comunque andrà io non ti lascerò“. Forse una presa di coscienza sull’attuale posizione gerarchica, o semplicemente (o meglio, ingenuamente) il ragazzo di Vitry-sur-Seine tiene a far sapere di aver sposato la causa milanista molto spesso.
Perché poi Yacine è un po’ un leader, anche se sembra piuttosto timido. Le dichiarazioni fuori campo realizzate a Dubai, a margine dell’inaugurazione dei nuovi uffici societari, sono da uomo spogliatoio: “Cercheremo di continuare a lavorare e fare di più ogni giorno per raggiungere i nostri obiettivi. Non è facile farlo tutti i giorni, ma è il nostro lavoro. Dobbiamo farlo e lo faremo perché, come ho detto, siamo in un club così grande e dobbiamo farlo per il club, per i tifosi e anche per noi“.
Riportando Adli al centro del progetto tecnico, si riporterebbe in campo del sano milanismo. Vero, nelle ultime gare giocate dal franco-algerino si è visto un netto rallentamento nelle tempistiche di gioco. Tra Juventus, PSG (andata) e Udinese non ha estasiato i più, ed il rigore concesso contro i friulani è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma in un periodo in cui serve reagire, le motivazioni possono dare tanto. Ed ora il tifoso in campo è necessario, anche solo per qualche spiraglio. Comunque andrà, Adli non lascerà il Milan.