Sono passati oltre 250 giorni dall’ultima volta su un terreno di gioco per Zlatan Ibrahimovic. Stesso lasso di tempo anche dall’ultimo allenamento, almeno parziale, con la squadra. Dopo oltre 8 mesi dunque di terapie, controlli, lavori differenziati, torna a farsi sentire sul gruppo la pressione di Z.

Il momento è probabilmente il più difficile della sua seconda vita rossonera. Peggio anche della gestione del periodo post di Atalanta-Milan 5-0, che aveva immediatamente preceduto il suo ritorno a Milano. Lì c’era una rivoluzione da iniziare, ma il Diavolo partiva talmente dal basso, con aspettative piuttosto basse anche per l’ambiente, che la pressione per quanto vi fosse, non ha nulla a che vedere con quella odierna.

Arrivando da uno scudetto, la tifoseria non pensava di dover fronteggiare un periodo così complesso, tantomeno già a gennaio. Tuttavia lo scorso mese è stato talmente negativo da tutti i punti di vista, che per provare a rialzarsi ora ci si aggrappa a tutto. Ecco perché Ibra accanto ai compagni all’antivigilia del derby è più di una semplice notizia di rientro.

Lo svedese non è stato inserito in lista Champions, pertanto è verosimile che per rivederlo in campo ci vorrà ancora qualche settimana. Ma è indubbio che il momentum richieda la sua presenza, la sua leadership e tutte le sue ossessioni.

Saranno prevedibilmente i suoi ultimi mesi da giocatore, a meno di sorprese. Pertanto verrebbe da dire “last but not least”, perchè se c’è qualcosa che Ibrahimovic non contempla è il fallimento, tanto meno senza lottare.

Il futuro sarà un ruolo rappresentativo e magari un domani ancora un posto in dirigenza. Riteniamo che ogni milanista sarebbe felice di esser testimone della nuova carriera di Zlatan. Sempre accanto al Milan, con le unicità che caratterizzano lui e il suo rapporto col club. Mentalità incrollabile e spirito indomabile, per tener vivo il blasone nazionale e internazionale.