Sono passati quasi 3 anni da Udinese-Milan, prima giornata della stagione 2019-20, ma per quante cose sono accadute in questo periodo storico, sembra trascorsa un’eternità.
Il 25 agosto del 2019, il Milan gioco, forse, la peggior partita della sua storia recente. In panchina, c’era il “maestro” Giampaolo, che qualche mese dopo avrebbe già salutato l’ambiente rossonero, e per fortuna direbbe qualcuno.
Eppure, quella stagione fu determinante per il percorso rossonero, che fece intravedere la possibilità di tornare in auge. Mostrava soluzioni innovative, Marco Giampaolo, per quel Milan, ma a causa della poca convinzione (forse) non riuscì nel suo intento, e fallì.
1083 giorni dopo, i tifosi si godono Stefano Pioli, tra gli artefici della conquista dello scudetto numero 19, e protagonista indiscusso del percorso positivo della squadra.

Era il Milan di Piatek, rivelazione della stagione 2018-19, di Suso trequartista, Calhanoglu mediano di centrocampo, e Borini mezz’ala “di qualità”. Giampaolo si presentò ad Udine con molte idee, ma poca concretezza. Doveva essere un Milan verticale, con il turco principale cardine della manovra offensiva,
situazione mai verificata, poiché l’ex numero 10 non disponeva di queste caratteristiche. In porta, un giovanissimo Gigio Donnarumma, ancora promesso alla causa del diavolo. Igor Tudor, allenatore dei friulani, mise in campo una formazione estremamente tattica e organizzata, negando a Giampaolo la possibilità di creare gioco.
Per molti, quel giorno, fu il peggior Milan della storia recente, con zero tiri nello specchio della porta, e qualche sussulto dai trenta metri con la scommessa Paquetà. A colpire i rossoneri, fu un colpo di testa di Becao, vero e proprio incubo dei tifosi, capace di segnare 2 dei suoi 4 gol in Serie A al Milan.
E domani il brasiliano ci sarà, ma troverà una situazione nettamente diversa.

Come detto prima, quella stagione fu comunque importante, perché dopo il fallimento di Giampaolo, Maldini e Boban (presenti sulle tribune della Dacia Arena quel giorno, decisero di puntare tutto su Pioli, che dopo l’esperienza alla Fiorentina, nella quale aveva detto iniziato a mostrare un gioco innovativo, era rimasto libero da incarichi.
Piano piano, nonostante giocatori mediocri, Pioli iniziò la scalata del nuovo Milan, e la partita della svolta fu proprio la prima giornata di ritorno, terminata 3-2, con la prima rete in maglia rossonera di Ante Rebic. Udinese, dunque, nelle sorti del Milan, anche quest’anno, nella gara che apre la stagione dei campioni d’Italia, che inseguono ferocemente lo scudetto della seconda stella.
Ora il Milan gioca a calcio, verrebbe da dire quasi a memoria, ed ha molte, moltissime armi per annientare i propri avversari, nuovamente intimoriti dall’idea di affrontare il Milan.
Sarà la gara dell’esordio di nuovi talenti, come Adli e De Ketelaere, ed anche dei probabili primi minuti per Origi, calciatore più affermato e di fama internazionale.

Pioli si prepara all’ennesima stagione lunga e difficile, ma a differenza di Giampaolo, potrà contare su un gruppo vero, affiatato e soprattutto (finalmente) vincente.